TESTIMONIANZA. Secolarità consacrata: nel mondo, testimoni dell'opera salvifica di Dio
Gentile redazione,ho apprezzato la decisione del vostro giornale di dedicare la riflessione di prima pagina al senso della Giornata mondiale della vita consacrata ("L'eroico quotidiano", Avvenire, 2 febbraio 2012) alla luce anche del messaggio della Cei ai consacrati. È un servizio prezioso di riflessione che viene offerto, ma… incompleto. Tra le storie che vengono proposte sul quotidiano non trova spazio una forma di consacrazione che pure è presente e viva nella Chiesa: la secolarità consacrata. Da decenni nella Chiesa ci sono uomini e donne chiamati dal Signore a vivere i "consigli evangelici" restando nel mondo, chiamati a cercare di farsi testimoni dell’Amore che hanno sperimentato nella loro vita, professando i consigli evangelici senza cambiare abito né nome, abitando una casa ordinaria, facendo un lavoro normale (oppure come tanti in questi tempi di crisi attraversando senza “paracaduti” e quindi come tutti gli altri la precarietà e la mancanza di lavoro). Giovanni Paolo II nell’esortazione apostolica post sinodale “Vita Consecrata” (25 marzo 1996) a proposito dei membri degli istituti secolari diceva che essi: "…intendono vivere la consacrazione a Dio nel mondo attraverso la professione dei consigli evangelici nel contesto delle strutture temporali, per essere così lievito di sapienza e testimoni di grazia all'interno della vita culturale, economica e politica. Attraverso la sintesi, che è loro specifica, di secolarità e consacrazione, essi intendono immettere nella società le energie nuove del Regno di Cristo, cercando di trasfigurare il mondo dal di dentro con la forza delle Beatitudini. In questo modo, mentre la totale appartenenza a Dio li rende pienamente consacrati al suo servizio, la loro attività nelle normali condizioni laicali contribuisce, sotto l'azione dello Spirito, all'animazione evangelica delle realtà secolari. Gli Istituti secolari contribuiscono così ad assicurare alla Chiesa, secondo la specifica indole di ciascuno, una presenza incisiva nella società".Più recentemente Benedetto XVI parlando agli Istituti secolari riuniti a sessanta anni dalla Provida Mater Ecclesia ricordava come questo cammino "vi vede sempre più appassionati portatori, in Cristo Gesù, del senso del mondo e della storia. La vostra passione nasce dall'aver scoperto la bellezza di Cristo, del suo modo unico di amare, incontrare, guarire la vita, allietarla, confortarla. Ed è questa bellezza che le vostre vite vogliono cantare, perché il vostro essere nel mondo sia segno del vostro essere in Cristo. E ancora: Sentitevi, pertanto, chiamati in causa da ogni dolore, da ogni ingiustizia, così come da ogni ricerca di verità, di bellezza e di bontà, non perché abbiate la soluzione di tutti i problemi, ma perché ogni circostanza in cui l'uomo vive e muore costituisce per voi l'occasione di testimoniare l'opera salvifica di Dio. È questa la vostra missione. La vostra consacrazione evidenzia, da un lato, la particolare grazia che vi viene dallo Spirito per la realizzazione della vocazione, dall'altro, vi impegna ad una totale docilità di mente, di cuore e di volontà al progetto di Dio Padre rivelato in Cristo Gesù, alla cui sequela radicale siete stati chiamati".Una chiamata bellissima, no? E di un’attualità travolgente. Perché allora non raccontarla accanto a quella degli uomini e delle donne che fanno dono della loro vita in una comunità religiosa? Anche per dare conto della ricchezza dei doni che lo Spirito non si stanca di riversare sulle strade del mondo.Insomma, sarebbe bello che in occasione della Giornata mondiale della vita consacrata “Avvenire”, sempre attento ai tanti volti della Chiesa, trovi il modo di raccontare anche questa esperienza che è vita per migliaia di persone in tutto il mondo.Grazie per il vostro lavoro!Un caro saluto P.S. Come certo saprete, anche gli Istituti Secolari vivono una forma di fraternità che meriterebbe di essere raccontata. Sono certa che ce ne sarà occasione anche sul vostro, anzi, se posso permettermi, sul nostro giornale.