Chiesa

El Paso. «Io, vescovo Usa accanto ai migranti lungo la frontiera con il Messico»

Giacomo Gambassi, inviato a Parigi mercoledì 25 settembre 2024

Il vescovo Mark Joseph Seitz con i migranti lungo il confine fra Usa e Messico

Sulla giacca nera, accanto alla croce pettorale, ha una piccola spilla che mostra papa Francesco mentre bacia una bambina di colore. E sopra l’immagine pontificia una scritta: “Defending migrants”. Difendere i migranti. «Sono parole del Papa», dice il vescovo Mark Joseph Seitz. E lui le ha messe al centro del suo ministero episcopale nella «diocesi del confine», come la chiama: quella di El Paso. La diocesi lungo la frontiera fra Stati Uniti e Messico dove convivono speranza e respingimenti. «Qui si tocca con mano il dramma di chi cerca una nuova vita ma viene rimandato via e talvolta muore a causa della riluttanza a trovare efficaci soluzioni di ingresso nel Paese», denuncia Seitz.

Il vescovo statunitense di El Paso, Mark Joseph Seitz, all'incontro per la pace di Sant'Egidio a Parigi - Gambassi

Ha uno stile pacato il presule 70enne. Ma la sua battaglia per l’accoglienza segnata da parole e gesti forti per scuotere le coscienze ne ha fatto un vescovo “scomodo”. È arrivato a Parigi per portare la sua testimonianza all’incontro internazionale per la pace voluto da Sant’Egidio che si è appena concluso. Perché, spiega, «la sfida migratoria può essere davvero una via di pace se la affrontiamo correttamente e con cuori aperti. Infatti ci pone accanto donne e uomini nati in terre lontane. Questo ci fa vedere il mondo in una maniera diversa: non più diviso tra “noi” e “loro”, ma come un unico grande “noi”».

Eccellenza, perché la questione migratoria è un tema così caldo nella campagna elettorale presidenziale americana?

Anzitutto, molti dei miei connazionali sono concentrati su se stessi e guardano con diffidenza chi non è della propria cerchia. Tuttavia è la politica a cavalcare il fenomeno. Solleva la paura dello straniero, amplifica singoli episodi negativi e poi annuncia: vota per me e ti assicuro che i migranti non saranno più fra noi. Inoltre vengono trascurate dimensioni fondamentali: dalla gestione dei confini all’accoglienza.

Sia Donald Trump sia Kamala Harris annunciano, seppur con accenti e progetti diversi, un giro di vite sull’immigrazione.

Negli Stati Uniti la gente ha un’immagine distorta della crisi migratoria. E la politica non cerca di correggere queste storture, anzi le utilizza e parla di “invasione”. Quindi, se un partito punta sulle preoccupazioni della popolazione e le alimenta, l’altro risponde assicurando che anche la sua azione sarà di controllo dell’immigrazione.

I migranti lungo il confine fra Usa e Messico nell'area di El Paso - Ansa

Come si pone la Chiesa locale?

Lavoriamo per far capire che cosa realmente stai accadendo e quale sia la visione cristiana. Raccontiamo che molti di quanti bussano alle nostre porte lo fanno per salvarsi la vita. Ricordiamo che ogni persona ha la sua dignità. Ma certa politica ripete che la Chiesa è a favore delle frontiere aperte. Una frase a effetto ma non vera. In realtà come comunità ecclesiale chiediamo un sistema ordinato di accesso, non ulteriori ostacoli. Più verrà impedito ai migranti di entrare in modo legale, più cresceranno i percorsi irregolari. Sono persone che hanno lasciato tutto. Quando arrivano nel Nord del Messico, si ritrovano in un’area che ha fra i più alti tassi di criminalità organizzata al mondo. Indietro non possono tornare. E la sola alternativa è rischiare il tutto e per tutto pur di attraversare la frontiera. Ciò causa tantissimi morti.

I migranti lungo il confine fra Usa e Messico nell'area di El Paso - Ansa

Papa Francesco ha detto che sia l’aborto, sia il respingimento dei migranti sono atteggiamenti contro la vita parlando delle elezioni Usa nel volo di ritorno dall’Asia.

Il Papa ci indica come declinare l’insegnamento del Vangelo nel tempo di oggi. Ogni uomo è creato a immagine e somiglianza di Dio. Perciò la vita va tutelata dal suo concepimento alla sua conclusione naturale. L’aborto è un’azione diretta per cancellare la vita. Ma anche chi è costretto a migrare vive un’esistenza talmente precaria che rischia di essere annientata dalle circostanze.

Non muri, ma ponti. Che cosa significa a El Paso?

Siamo una terra dove il dinamismo dell’incontro fra culture diversi ha un riflesso positivo nella società locale, nelle famiglie, persino nell’economia. Se El Paso non avesse il confine, le nostre condizioni di vita sarebbero peggiori. Questo mostra come la frontiera sia un’opportunità, un ponte, non un pericolo.