"La Chiesa non ha nulla da nascondere, anche nell'ambito della gestione delle finanze". Si impegnano alla trasparenza i portavoce delle Conferenze Episcopali d'Europa in un comunicato stampa diffuso oggi, a conclusione del loro annuale incontro, che si è svolto a Colonia, dall'11 al 14 luglio. Nel comunicato i portavoce esprimono "il loro apprezzamento e la loro stima per la politica di trasparenza, anche nelle finanze della Santa Sede, sostenuta dal Santo Padre". E "come comunicatori" si dicono "rammaricati per le sofferenze che un giornalismo poco rispettoso delle leggi, gli ha recato e ribadiscono la loro piena fedeltà al successore di Pietro".L'incontro di Colonia - organizzato dal Consiglio delle Conferenze episcopali europee (Ccee) - si è concentrato quest'anno sulle modalità di comunicazione delle finanze della Chiesa. "L'impegno per una comunicazione trasparente sulle finanze della Chiesa - si legge nel comunicato - è un dovere che deve toccare l'insieme delle istituzioni ecclesiali: dalle parrocchie, alle associazioni e movimenti cattolici, alle scuole. E "quello che a volte potrebbe sembrare opaco o poco trasparente, in realtà può essere ricondotto alla difficoltà di comunicare le finanze di una moltitudine di strutture e realtà istituzionali che costituiscono la Chiesa".Il comunicato ricorda che "non esiste un unico bilancio economico della Chiesa: esistono migliaia e migliaia di bilanci di parrocchie, diocesi, scuole, ospedali, ospizi che costituiscono nel loro insieme il bilancio della Chiesa". "Tutte queste realtà - affermano i portavoce delle Conferenze Episcopali - sono già da tempo impegnate, con risultati più o meno felici, nel tentativo di comunicare in modo trasparente il frutto del loro esercizio economico".E così "la trasparenza è di fatto divenuta il prezzo della fiducia, anche per la Chiesa". Pertanto "tutte le realtà ecclesiali, e le Conferenze episcopali in primo luogo, devono attrezzarsi per presentare nel modo migliore la propria realtà e la loro missione". Secondo i portavoce delle Chiese Europee, molti degli attuali preconcetti sono spesso anche frutto di una disinformazione che purtroppo rischia di modificare la percezione, anche nella cultura ecclesiale, del rapporto che la Chiesa intrattiene con il denaro. La Chiesa non è una società di profitto; e il denaro è solo un mezzo per realizzare la propria missione di annuncio di Cristo nella storia".