Chiesa

VATICANO. I vescovi delle regioni arabe a confronto: «Quale futuro per le nostre comunità?»

Mimmo Muolo martedì 11 ottobre 2011
La difficile situazione dei cristiani nell’area mediorientale e nordafricana è l’argomento principale dell’annuale riunione della Celra (Conferenza dei Vescovi Latini nelle Regioni Arabe), apertasi ieri a Roma.Sull’andamento dei lavori non ci sono stati comunicati ufficiali, ma il sito internet del Patriarcato latino di Gerusalemme, nell’annunciare la riunione, sottolinea come «i problemi (violenza, discriminazione, instabilità politica, sociale) nei loro rispettivi contesti» saranno «al centro delle discussioni». «Soprattutto – prosegue la nota – ora che si uniscono una serie di eventi storici e socio-politici religiosi, che imprimono al Medio Oriente un nuovo segno, il cui risultato finale rimane sconosciuto». Di qui una serie di interrogativi: «Che cosa accadrà con la primavera araba in Egitto, Siria e altrove? Che cosa accadrà con la domanda di adesione di uno Stato della Palestina alle Nazioni Unite? Cosa succederà dopo gli scontri di lunedì al Cairo, dove numerosi copti sono stati uccisi? E cosa succederà con le crescenti tensioni tra le diverse confessioni in Terra Santa avvenute la scorsa settimana?».L’incontro della Conferenza (che è nata nel 1963 durante il Concilio) occuperà anche le giornate di oggi e domani. Vi partecipano i 13 vescovi e vicari della Chiesa cattolica romana in Medio Oriente. Il patriarca latino di Gerusalemme, monsignor Fouad Twal, è il presidente e lo accompagnano i suoi cinque vicari: il vescovo ausiliare di Gerusalemme, William Shomali, vicario per Gerusalemme e i Territori Palestinesi, Giacinto-Boulos Marcuzzo, vicario per Israele (residente a Nazareth), Salim Sayegh, vicario per la Giordania (residente ad Amman), il reverendo Padre Evenzio Diaz Herrera, vicario per Cipro (residente a Nicosia) e il vicario per la comunità di lingua ebraica, il reverendo padre David Neuhaus. Alla Conferenza vi sono anche i vescovi di Libano, Siria, Iraq, la Penisola Arabica, Kuwait, Egitto e Gibuti. Come in altre occasioni, dunque, l’evento permetterà ai partecipanti un interscambio sulla realtà delle proprie diocesi e sui maggiori problemi.".