Chiesa

La storia. Verso gli altari il giovane surfista che sognava il Seminario

Emilia Flocchini mercoledì 18 settembre 2024

Guido Vidal França Schäffer, il seminarista surfista dichiarato venerabile

«Ciò che più desidero è che ognuno qui si disponga a dare la vita per Gesù, a offrire la vita. Io non so cosa il Signore va a fare nella mia vita, ma lui lo compie». Parlava così in una catechesi Guido Vidal França Schäffer, seminarista della diocesi di São Sebastião do Rio de Janeiro, non molto tempo prima che un incidente gli impedisse di realizzare questo e altri desideri. Almeno, così sembrava dopo il 1° maggio 2009, quando, nei pressi della spiaggia di Recreio dos Bandeirantes, Guido cadde in acqua, annegando perché la sua tavola lo colpì alla nuca.

In tanti avevano intravisto in lui un giovane dal sorriso gentile e dall’animo disponibile, per non dire sacerdotale: oggi anche il pubblico italiano può gustare qualcosa della sua santità, che la Chiesa si è impegnata a vagliare e che un anno fa, precisamente il 20 maggio 2023, ha avuto un primo riconoscimento tramite il decreto sulle virtù eroiche dichiarandolo venerabile. Col surf, tra le pagine del Vangelo è infatti la prima pubblicazione editoriale italiana sulla vita di Guido, uscita a giugno per la collana Exempla hagiographica – Vie di santità di Graphe.it edizioni e firmata da Andrea Maniglia, insegnante di religione. Nella premessa ammette che, quando il dottor Paolo Vilotta, postulatore di Guido, gli ha proposto di scrivere la sua vita, si è interrogato su cosa la Provvidenza volesse dirgli attraverso quel compito. È quindi pervenuto a una possibile conclusione, valida per sé e per i lettori: «Forse confrontarsi con figure come quella di Guido vuol dire accettare e accogliere, ancora una volta, il dinamismo della grazia».
L’esposizione di Maniglia tocca le tappe salienti della vita di Guido, a partire dal contesto geografico e familiare e dallo sviluppo di quello che il biografo considera «un animo inquieto, molto curioso, profondamente intelligente, capace di sviscerare una domanda, e in questo senso capace di interrogare anzitutto se stesso» unito a un carattere solare e comunicativo. La sua scelta di studiare Medicina, con la specializzazione in Medicina interna, pur nata in una tradizione familiare ben radicata, si è trasformata, dopo la laurea, in «occasione di operosa carità», non solo tramite il lavoro alla Santa Casa da Misericórdia, storica istituzione della sanità cattolica brasiliana. Lo confermano alcune delle testimonianze citate nel volume, come quelle delle Missionarie della Carità con le quali visitava i fratelli e le sorelle che vivevano in strada.

Maniglia evidenzia altri aspetti che risaltano nell’esperienza credente di Guido. Anzitutto, quello carismatico, alimentato dalla partecipazione e dalla fondazione di gruppi di preghiera, oltre che dalla meditazione della Parola di Dio e dalle molteplici occasioni di evangelizzazione, tramite la radio o l’incontro con gli amici surfisti. Quindi la devozione mariana, che non si fermava agli atti e alle pratiche esteriori, ma si traduceva in un coinvolgimento della sua intera esistenza. Quanto alla vocazione sacerdotale e al percorso compiuto prima da esterno, poi da seminarista interno, non si è realizzata nel modo e nei tempi che Guido voleva, ma ha avuto una sorta di riconoscimento ai suoi funerali: il cardinal Orani João Tempesta, arcivescovo di Rio, ha messo tra le sue mani, nella bara aperta, una stola.