Il segno. «Egli perdona le tue colpe». Al via l'iniziativa "24 ore per il Signore"
Marzo mese del perdono. O meglio della misericordia che, per dirla con il Victor Hugo dei “Miserabili”, tra tutti è il più bel nome di Dio. Una prerogativa meravigliosa, uno stile che tante volte il Papa ha richiamato nella sua predicazione e che sarà al centro, oggi e domani, delle “24 ore per il Signore”. Si tratta dell’iniziativa, per cui ogni diocesi del mondo è invitata a tenere aperta almeno una chiesa per un giorno così da offrire a tutti la possibilità di fermarsi in adorazione e confessarsi. Ogni anno l’appuntamento cade in concomitanza con la Quarta domenica di Quaresima, “in Laetare” e in questo 2021 assume ancora di più valore penitenziale alla luce dell’intenzione di preghiera mensile del Papa: “Preghiamo affinché viviamo il sacramento della riconciliazione con una rinnovata profondità, per gustare l’infinita misericordia di Dio”.
Invocazione che va di pari passo con il tema, tratto dal Salmo 103, delle “24 ore”: “Egli perdona tutte le tue colpe”. Come nella parabola del Figliol prodigo, l’attenzione viene cioè posta più sul Padre misericordioso che sul peccatore pentito desideroso di tornare a casa. «Quando vado a confessarmi – ha spiegato il Papa – è per guarirmi, per curarmi l’anima, per uscire con più salute spirituale, per passare dalla miseria alla misericordia». Al centro, dunque ci sono non i peccati che “diciamo” e dai quali bisogna distaccarsi totalmente ma «l’amore divino che riceviamo e di cui abbiamo sempre bisogno».
Non a caso nel Sussidio pastorale (Edizioni San Paolo, 72 pagine, 2 euro) preparato per l’iniziativa di oggi e domani dal Pontificio Consiglio per la promozione della Nuova evangelizzazione, il dicastero presieduto dall’arcivescovo Rino Fisichella, molto spazio viene dato all’importanza e alla preparazione dell’incontro con il Signore nella Confessione. Il volumetto è diviso in due parti: nella prima si propongono testi che incoraggiano a vivere in maniera consapevole la Riconciliazione ma utili anche per prepararsi alla contrizione perfetta, qualora non sia possibile accostarsi al sacramento. La seconda parte invece vuole aiutare la preghiera e la meditazione di chi sosterà nella chiesa aperta. Condizione, quest’ultima, resa più difficile dalla pandemia e dalle misure anti Covid.
Ecco allora l’indicazione di come comportarsi in caso di divieto totale o riduzione del numero e delle possibilità di partecipare alle celebrazioni. Così, nel caso, che al momento non riguarda l’Italia, di stop completo, si suggerisce una presenza maggiore dei cappellani negli ospedali, nelle cliniche, nelle case di cura, nelle strutture per anziani e nelle carceri in modo da essere segno, sempre nel rispetto delle precauzioni, del perdono che viene. Ai parroci invece viene chiesto di percorrere il territorio delle loro chiese benedicendo le persone e le case.
L’impossibilità della presenza fisica alle liturgie dovrebbe cioè diventare un aiuto a capire meglio il valore della preghiera comunitaria e per i preti uno stimolo a esercitare la pastorale del conforto, della vicinanza, del sollievo. Qualora poi, come attualmente nel nostro Paese, sia possibile una partecipazione numericamente ridotta alle celebrazioni, si chiede una distribuzione delle presenze per fasce orarie e di predisporre dei posti, delle stanze dedicate all’ascolto dei penitenti o nel caso dell’uso dei confessionali, di proteggerli debitamente con pellicole isolanti o altri materiali idonei. Perché pur rendendo difficili le celebrazioni consuete e consigliando al Papa, per evitare assembramenti, di non partecipare a momenti pubblici delle “24 ore”, Covid e misure anti contagio certo non fermano la misericordia di Dio. Che non finisce mai, che non si blocca di fronte a niente. “Egli perdona tutte le tue colpe”. Sempre. In ogni situazione.