Chiesa

Caso Orlandi. Nuove carte vaticane? La Santa Sede: falsità che portano dolore

Enrico Lenzi lunedì 18 settembre 2017

"Una documentazione falsa e ridicola". La Sala Stampa vaticana ha commentato così il ritrovamento di un presunto documento con il quale verrebbe alla luce una nuova ricostruzione della vicenda di Emanuela Orlandi, la giovane cittadina vaticana scomparsa il 22 giugno 1983 mentre ritornava a casa dalla lezione di musica.

Il documento, secondo quanto sostiene il giornalista Emanuele Fittipaldi autore del nuovo libro, dimostrerebbe che il Vaticano avrebbe ritrovato la ragazza, allora quindicenne, ma che invece di riportarla alla sua famiglia, che viveva all'interno della Città del Vaticano, la avrebbe tenuta lontano mantenendone alloggio, studi e necessità in altri Paesi.

Sempre secondo il giornalista italiano, il documento sarebbe il rendiconto finale delle spese sostenute, per un totale di 483 milioni di vecchie lire (attorno ai 250mila euro attuali). "C'erano dei fogli - racconta lo stesso giornalista in una anticipazione -: una lettera di cinque pagine, datata marzo 1998. È scritta al computer o, forse, con una telescrivente, ed è inviata (così leggo in calce) dal cardinale Lorenzo Antonetti, allora capo dell'Apsa (l'Amministrazione del patrimonio della Sede apostolica), ai monsignori Giovanni Battista Re e Jean-Louis Tauran". "Non ho mai visto quel documento pubblicato da Fittipaldi - è la risposta del cardinale Giovanni Battista Re -, non ho mai ricevuto alcuna rendicontazione su eventuali spese effettuate per il caso di Emanuela Orlandi". L'intera ricostruzione fatta da Fittipaldi è ora all'interno di un libro di prossima pubblicazione dal titolo "Gli impostori".

In serata è arrivata anche una nota della Segreteria di Stato, che definisce le pubblicazioni di oggi «false pubblicazione, che non solo ledono l'onore della Santa Sede ma riacutizzano il dolore immenso della famiglia Orlandi», alla quale si ribadisce la sua "partecipe solidarietà".

"Per il lancio di un libro d'imminente uscita, questa mattina - sottolinea la nota - due quotidiani italiani hanno pubblicato un presunto documento della Santa Sede che attesterebbe l'avvenuto pagamento di ingenti somme, da parte del Vaticano, per gestire la permanenza fuori Italia di Emanuela Orlandi, scomparsa a Roma il 22 giugno 1983".

"La Segreteria di Stato - si legge nel testo - smentisce con fermezza l'autenticità del documento e dichiara del tutto false e prive di fondamento le notizie in esso contenute".

La scomparsa nel 1983

La giovane Emanuela Orlandi, figlia di un dipendente vaticano e residente all'interno delle Mura Leonine, scomparve il 22 giugno 1983 mentre stava tornando a casa dopo una lezione di musica in piazza sant'Apollinare a Roma. Secondo la ricostruzione fatta in questi anni l'ultimo contatto con la famiglia fu proprio nel tardo pomeriggio di quel giorno quando comunicò di aver ricevuto una proposta di lavoro. Da allora non si sono avute più sue notizie.

Le piste seguite

La scomparsa della ragazza quasi subito si intersecò con le indagini per l'attentato a papa Giovanni Paolo II il 13 maggio 1981 e alla pista sui mandanti del turco Ali Agca che compì materialmente quel gesto in piazza San Pietro durante l'udienza generale. Lo stesso attentatore, sia durante i processi, sia durante la sua detenzione ha fatto sentire la propria voce sostenendo di conoscere la verità sul caso Orlandi e di sapere dove la ragazza si trova. Dichiarazioni che il turco ha ribadito anche dopo la sua scarcerazione e il ritorno in patria, dove ha scontato la pena. Nel corso degli anni la sua vicenda sarà legata ad altre indagini che hanno coinvolto il caso Ior e le azioni della banda della Magliana.