Chiesa

31 dicembre. La 57esima Marcia della pace: a Pesaro si tiene accesa la speranza

Roberto Mazzoli, Pesaro domenica 29 dicembre 2024

Un'immagine della Marcia per la pace svoltasi lo scorso anno a Gorizia

Sono attese oltre 1.500 persone alla 57ª edizione della Marcia nazionale per la pace che si terrà a Pesaro il prossimo 31 dicembre. “Rimetti a noi i nostri debiti: concedi la tua pace”. È questo il titolo del messaggio scelto da papa Francesco per la Giornata mondiale della pace del 1° gennaio 2025, ed è proprio su questo che rifletteranno i costruttori di pace che raggiungeranno la città marchigiana da tutta Italia.

Il corteo si radunerà nell’anfiteatro del parco Miralfiore alle 15.30 per i saluti dell’arcivescovo di Pesaro e di Urbino-Urbania-Sant’Angelo in Vado, Sandro Salvucci, che ha voluto così dare un segnale forte a conclusione di un anno speciale per la città, eletta Capitale italiana della cultura 2024. Sarà l’inizio della marcia. Ad accogliere i partecipanti ci saranno tutte le sigle che tradizionalmente organizzano la marcia, a cominciare dalla Cei (Commissione per i problemi sociali, il lavoro, la giustizia e la pace), Pax Christi, Agesci, Caritas Italiana, Movimento dei Focolari, Azione Cattolica. A questi si sono aggiunte quest’anno le Acli Nazionali e l’associazione Libera.

«In questi mesi abbiamo lavorato tanto a livello diocesano, con professionalità ed entusiasmo – spiega Salvucci – per cercare di curare al meglio tutti gli aspetti, da quelli tematici a quelli logistici, col desiderio di offrire ai partecipanti un’esperienza significativa in un tempo in cui tutti avvertiamo l’urgenza della pace». Per caratterizzare questa edizione della marcia, è stato studiato un apposito logo che rappresenta, all’interno di un cerchio, la pace, la bussola, l’ancora e l’uomo. Va letta in chiave simbolica anche la locandina, dove si vede il colle San Bartolo sul mare di Pesaro, con la luce del faro che aiuta i viandanti ad orientarsi.

L’arcivescovo della diocesi ospitante, Sandro Salvucci:
c’è una fiammella, che necessita
della nostra cura affinché non si spenga



«Tutto questo sta a indicare che la pace è preziosa ma delicata, proprio come una fiammella, che necessita della nostra cura affinché non si spenga esponendoci al pericolo del buio che rappresenta la guerra », dice monsignor Salvucci. « Il grande filosofo urbinate don Italo Mancini – prosegue l’arcivescovo – nel suo scritto “La formula della pace” affermava che non guardare il volto dell’altro è segno di un rapporto imperfetto. Per questo durante la marcia cammineremo cercando di riconoscere nell’altro il volto di un fratello, di una sorella, di Dio, illuminato dalla flebile luce che giungerà appositamente da Betlemme. Infine anche la coincidenza con il solstizio d’inverno è simbolo della rinascita della luce, per noi cristiani coincide con la venuta di Gesù, aiuta a introdurci nell’anno nuovo del Giubileo. La speranza è che possa sorgere un’aurora di pace attraverso un cambiamento culturale che parte da ciascuno di noi».

Quest’anno poi, a rischiarare il cammino, ci sarà anche la Fiaccola della pace, portata da una delegazione del pellegrinaggio Macerata-Loreto. Il percorso si snoda su un tracciato cittadino di oltre 5 km con tre tappe di riflessione. Si inizia con il tema del perdono, presso il monumento alla Resistenza, a ottant’anni dallo sfondamento della linea gotica che passava proprio da Pesaro. Interverrà Giorgio Pieri, del progetto CEC (Comunità educanti con i carcerati) della Comunità Papa Giovanni XXIII. Poi sarà la volta della vicenda sofferta di Lassina Doumbia, un migrante che permetterà di pensare alle nostre responsabilità nei confronti delle popolazioni sfruttate. La seconda tappa, presso la chiesa di Santa Maria del Porto, metterà al centro il tema del debito, con l’intervento di Gabriele Guzzi, economista dell’Università di Cassino, che parlerà delle disuguaglianze prodotte dalla nostra economia. Poi la voce di EJohn Mpaliza, attivista congolese e fondatore di Peace Walking Man Foundation, grazie alla quale promuove nella società civile una spinta verso la pace.

Il corteo attraverserà la città per 5 km,
con tre momenti di riflessione.
A rischiarare il cammino anche la fiaccola
portata da una delegazione
del pellegrinaggio Macerata-Loreto

L’ultima tappa si terrà presso la sfera grande di Pomodoro e toccherà il tema del disarmo, con don Fabio Corazzina e Elio Pagani di Pax Christi. Durante la marcia si terranno ulteriori momenti di ascolto come la testimonianza di Alberto Capannini, volontario dell’operazione “Colomba” in Ucraina, con cui la Comunità Papa Giovanni XXIII risponde alla violenza con l’arma della solidarietà. Il corteo si snoderà anche attraverso luoghi che sono stati teatro di vicende significative per la città come il collegio “Zandonai”, costruito nel dopoguerra da padre Pietro Damiani per dare ospitalità e istruzione a migliaia di orfani dell’esodo Giuliano-Dalmata.

È prevista una sosta anche in piazzale degli Innocenti, dove un monumento ricorda la strage del 1943 in cui persero la vita 14 persone, per la maggior parte bambini, uccise dalle granate lanciate da una postazione tedesca sul colle San Bartolo. Infine il corteo giungerà nella cattedrale Santa Maria Assunta dove l’arcivescovo Sandro Salvucci presiederà la celebrazione eucaristica che verrà trasmessa in diretta da Tv2000 a partire dalle 21. Nel corso della marcia verranno raccolte delle offerte destinate alla ristrutturazione dell’asilo “Madre Caterina Troiani” nel campo profughi di Aida a Betlemme.

Il messaggio del Papa per la Giornata

Si intitola "Rimetti a noi i nostri debiti, concedici la tua pace», il Messaggio che papa Francesco ha scritto per la 58ª Giornata mondiale della pace celebrata il primo giorno dell’anno nuovo. Ecco alcuni stralci dal suo Messaggio.
«Nel 2025 la Chiesa cattolica celebra il Giubileo, evento che riempie i cuori di speranza».
«Anche oggi, il Giubileo è un evento che ci spinge a ricercare la giustizia liberante di Dio su tutta la terra».
«Ciascuno di noi deve sentirsi in qualche modo responsabile della devastazione a cui è sottoposta la nostra casa comune, a partire da quelle azioni che, anche solo indirettamente, alimentano i conflitti che stanno flagellando l’umanità. Si fomentano e si intrecciano, così, sfide sistemiche, distinte ma interconnesse, che affliggono il nostro pianeta».
«L’evento giubilare ci invita a intraprendere diversi cambiamenti, per affrontare l’attuale condizione di ingiustizia e diseguaglianza, ricordandoci che i beni della terra sono destinati non solo ad alcuni privilegiati, ma a tutti».
«Vorrei suggerire tre azioni che possano ridare dignità alla vita di intere popolazioni e rimetterle in cammino sulla via della speranza: una consistente riduzione, se non proprio al totale condono, del debito internazionale, l’eliminazione della pensa di morte in tutti i Paesi, usare i soldi delle armi per un fondo con cui combattere e sconfiggere la fame nel mondo»