Chiesa

Sinodo. «Chiarezza, ecco la linea del Sinodo»

Gianni Cardinale giovedì 16 ottobre 2014
Giornata importante oggi in Aula Sinodale. I relatori dei dieci "circoli minori" in cui sono stati divisi i padri presenteranno i "modi" in cui propongono emendamenti e/o integrazioni sul testo della Relatio post disceptationem letta lunedì dal cardinale Peter Erdo. E sarà alla luce di questi modi che i vertici sinodali, integrati dagli ecclesiastici nominati dal Papa la scorsa settimana, comporranno la Relatio Synodi, il documento finale di questo Sinodo straordinario, che verrà messa ai voti sabato pomeriggio.Alcuni particolari sui lavori dei Circoli minori sono stati rivelati ieri nel corso del consueto briefing sinodale quotidiano, in cui sono intervenuti il cardinale di Barcellona Lluis Martinez Sistach (moderatore di uno dei due circoli di lingua spagnola), l’arcivescovo di Louisville, e presidente dell’episcopato statunitense, Joseph E. Kurtz (moderatore di uno dei tre circoli di lingua inglese) e l’arcivescovo Rino Fisichella, presidente del pontificio Consiglio per la promozione della nuova evangelizzazione, relatore del circolo di lingua italiana presieduto dal cardinale di Genova Angelo Bagnasco, presidente della Cei.Fisichella ha spiegato che il suo circolo avanzerà la proposta di «trovare tutte le forme possibili perché i processi di riconoscimento della nullità del matrimonio siano del tutto gratuiti» (proposta che, ha riferito Martinez Sistach, è stata scartata dal suo gruppo) nonché quella di non dimenticare le famiglie che fanno la scelta dell’adozione. Sollecitato da una domanda sull’argomento delle "unioni gay" il presule italiano ha osservato che «in una società quando si devono affrontare tematiche di questo genere si deve farlo attraverso un confronto parlamentare senza isolare nessuna posizione che meriti ascolto nel "common understanding", il problema è che tipo di scelta dovrà essere fatta nella legislazione dei singoli Paesi, cioè le soluzioni, che poi potranno trovare una dimensione positiva o di critica». Riguardo alla parte della Relatio relativo alla persone omosessuali Fisichella ha poi riferito che nel suo circolo è stato suggerito da una parte che «la questione dell’omosessualità andrebbe affrontata in riferimento alla famiglia, dove in famiglie ci sono figli e figlie omosessuali bisogna manifestare accoglienza e accompagnamento». E dall’altra che «i figli delle coppie omosessuali che vogliono ricevere i sacramenti devono trovare nella Chiesa un contesto di accoglienza, senza discriminazioni, anzi con attenzione ulteriore». Fisichella ha anche spiegato che in merito alle «convivenze» bisogna distinguere tra quelle che si caratterizzano per essere «aperte al matrimonio» e con elementi di «stabilità e fedeltà», e convivenze invece «chiuse» che non hanno questa dimensione di «cammino». Il presule ha inoltre denunciato che c’è una forma di «boicottaggio» per quanto riguarda a livello generale la conoscenza e la diffusione dei metodi naturali di regolazione della fertilità.Sempre ieri il cardinale Erdo, relatore generale, parlando alla Radiovaticana ha ribadito che la Relatio post disceptationem di lunedì è frutto di un «lavoro collettivo», e che «rappresenta una fase intermedia del lavoro sinodale, non è il frutto dell’intero Sinodo». «Speriamo, – ha aggiunto – dopo le discussioni di questa settimana, di arrivare ad una Relazione finale che possa essere accettata dalla grande maggioranza». Facendo poi riferimento, implicitamente, alle "aperture" enfatizzate dal circo mediatico su gay e divorziati, il cardinale ungherese ha quindi affermato: «Penso che l’interesse dei mass media mondiali sia così grande che, forse, hanno visto in alcuni capoversi più di quanto sia stato realmente detto. Per questo penso che durante questa settimana si possa arrivare anche ad una maggiore chiarezza, che non lasci alcun equivoco nei singoli capitoli. E questo anche perché i fedeli hanno bisogno di una voce chiara, di un incoraggiamento, di un insegnamento: una voce chiara di orientamento anche per poter parlarne dopo nelle loro diocesi, nelle chiese particolari. Quindi, speriamo che il testo finale sia un testo chiaro e soddisfacente per tutti».