Autorizzati i decreti. Una nuova santa, una beata e 4 venerabili. Chi sono
Piazza San Pietro
La sofferenza e la missione. La dedizione al Vangelo e la docilità allo Spirito. Punti cardinali, componenti di un binomio tenuto insieme dal collante dell’amore. A Dio e all’uomo. C’è una ricca articolazione dei differenti modi di vivere il servizio, nelle biografie dei testimoni della fede che la Chiesa propone come nuovi modelli da imitare. Ricevendo il prefetto della Congregazione delle cause dei santi, il cardinale Marcello Semeraro, il Papa ha infatti autorizzato la promulgazione dei decreti che aprono la porte al riconoscimento di una santa, di una beata e di quattro venerabili.
Un itinerario prettamente al femminile visto che sia la prossima canonizzazione che la nuova beatificazione riguarderanno due religiose. La santa è Maria Rivier, fondatrice della Congregazione delle Suore della Presentazione di Maria; la beata è invece italiana: Maria Carola Cecchin, della Congregazione delle Suore di San Giuseppe Benedetto Cottolengo.
Maria Rivier, educatrice delle orfane
Nata 19 dicembre 1768 a Montpezat-sous-Bauzon, in Francia, l’esistenza di Rivier è stata tutta contrassegnata dalla malattia, sin da quando, aveva sedici mesi appena, cadde dal letto, procurandosi un grave danno all’anca, tanto da non essere in grado, per anni, di alzarsi in piedi. Proprio le condizioni di salute le impedirono di entrare molto presto nella vita religiosa, vocazione che poté però assecondare nel 1796 quando diede vita a una piccola comunità, riconosciuta nel 1801 come Congregazione delle suore della presentazione di Maria, e che in breve aprì ben 46 case, dedicandosi principalmente a educare la gioventù e soprattutto ragazze, privilegiando povere, orfane, abbandonate. Suor Rivier morì a Bourg-Saint-Andéol il 3 febbraio 1838. Beata dal 1982 ad aprirle le porte alla canonizzazione è stata la guarigione, nel 2015 nelle Filippine, di una neonata affetta da “idrope embrio-fetale generalizzato precoce non immunologico”.
Maria Carola Cecchin, cottolenghina missionaria
La prossima beata Maria Carola Cecchin, al secolo Fiorina, nacque invece il 3 aprile 1877 a Cittadella, in provincia di Padova. Entrata nella Casa Cottolengo di Bigolino (Treviso), seguì il postulandato e il noviziato nella Piccola Casa della Divina Provvidenza a Torino emettendo la professione religiosa il 6 gennaio 1899. Molta parte della sua testimonianza riguardò comunque la missione, in particolare il Kenya dove venne inviata nel 1905. Nella realtà africana, catechista instancabile, disponibile a ogni sofferenza e sacrificio per il Vangelo, seppe aprire ulteriori spazi al diffondersi della missione, seguendo anche come superiora di diverse comunità il crescere della propria congregazione. A seguito di una grava malattia si decise di farla tornare in Italia, dove non arrivò mai perché morì durante il viaggio, il 13 novembre 1925. In base alle norme igieniche del tempo il suo corpo "fu immerso" nelle acque del Mar Rosso. A rendere possibile la beatificazione è stata la guarigione inspiegabile a Meru, in Kenya, nel 2013 di un neonato che vide la luce «in assenza prolungata di attività cardiaca, respiratoria, neurologica».
I venerabili: tre sacerdoti (due italiani) e una religiosa
Oltre a quelli relativi a madre Rivier e a suor Cecchin, il Papa ha autorizzato i decreti relativi a quattro venerabili. Tra loro Andrea Garrido Perales, sacerdote spagnolo professo dell’Ordine della Beata Maria Vergine della Mercede nato il 29 novembre 1663 a Vallada e morto il 23 febbraio 1728 a Xátiva; e Maria Margherita del Cuore di Gesù Agonizzante nell’Orto del Getsemani (al secolo Ludovica Banas), religiosa professa della Congregazione delle Suore della Sacra Famiglia di Nazareth, nata il 10 aprile 1896 a Klecza Dolna (Polonia) e morta il 26 aprile 1966 a Nowogródek (oggi Bielorussia).
Due gli italiani: Carlo Maria da Abbiategrasso e Bernardo Sartori.
Carlo Maria, al secolo Gaetano Antonio Vigevano, fu sacerdote professo dell’Ordine dei Frati Minori Cappuccini. Nato il 30 agosto 1825 ad Abbiategrasso, malgrado la salute cagionevole si dedicò da subito alla cura dell’infanzia povera. La sua fama è però legata all’attività nel convento di Casalpusterlengo dove le sue benedizioni guarirono più di un malato grave. E dove morì il 21 febbraio 1859.
Molto noto è anche Bernardo Sartori, sacerdote professo dei Missionari Comboniani del Cuore di Gesù. Nato il 20 maggio 1897 a Falzé di Trevignano. fu coraggioso e instancabile missionario. In Uganda seguì da vicino le vicende legate alla caduta del feroce dittatore Amin e nel 1979 si trasferì, profugo tra i profughi in Zaire, per non abbandonare quella che ormai era la sua gente. Tornato ormai 85enne in Africa dopo una breve sosta in Italia, morì nella notte tra Sabato Santo e Pasqua 1983, il 3 aprile, a Ombaci, in Uganda, davanti al tabernacolo.