Chiesa

Il progetto. Un parco di ecologia integrale

Gabriella Leonardi domenica 14 gennaio 2024

Salvatore Martinez

Un Parco Mediterraneo dell’innovazione tecnologica e dell’ecologia integrale nel fondo rurale storico della famiglia Sturzo per unire diverse culture, tradizioni, religioni in una visione unitaria del futuro. È l’iniziativa “profetica” presentata a Enna, in occasione del convegno nazionale dal titolo “Memoria grata. Profezia di bene comune. Attualità di un nuovo impegno”, organizzato nel 40° della morte di monsignor Francesco Di Vincenzo, tra gli iniziatori del movimento del Rinnovamento nello Spirito in Italia. Per sua volontà testamentaria, la comunità del Rinnovamento nello Spirito “Ancilla Dei” di Enna ha dato vita alla Fondazione Istituto di promozione umana monsignor Francesco Di Vincenzo Ente del terzo settore ( Ets), primo ente ecclesiastico di diritto diocesano del Rinnovamento nello Spirito ed ente morale dello Stato. Il convegno è stato un ponte tra le iniziative realizzate nel passato dalla Fondazione a favore di persone svantaggiate, in testa detenuti, ex detenuti e immigrati, e i progetti futuri che vedono tra gli attori in campo le diocesi di Piazza Armerina e Caltagirone, importanti gruppi imprenditoriali internazionali nel campo delle energie rinnovabili e della tecnologia applicata alla salvaguardia del patrimonio ambientale, istituzioni nazionali e regionali e associazioni di volontariato. I rappresentanti di ciascuna di queste istanze hanno preso la parola al convegno: quasi un miracolo vedere esponenti di realtà tra loro in competizione manifestare, invece, comunione ideale e condivisione fattuale, con contributi concreti e sinergici, finalizzati alla realizzazione del Parco del Mediterraneo. Nel concreto, una parte del Fondo Sturzo, già da tempo rifunzionalizzato per fini agricoli, con un prezioso casale che ospitava la famiglia Sturzo nel periodo estivo, per una estensione di 20 ettari, sarà dedicata alle installazioni tecnologiche sperimentali e all’impianto di essenze provenienti da tutto il Mediterraneo, per portare avanti un parallelo progetto di integrazione tra popoli e culture. L’ulivo, simbolo della pace, pianta diffusa tra i Paesi del Mediterraneo, sarà protagonista con le sue 700/800 varietà, che saranno tutte raccolte per costituire una grande banca del germoplasma vivente, una sorta di “genoma ulivicolo” a salvaguardia di un bene unico nella storia, per i suoi fini cultuali e culturali, da cui far discendere sviluppo energetico ed economico di territori altamente depressi. Il progetto di Parco Mediterraneo, al fine di facilitare l’integrazione e favorire gli scambi culturali, potrebbe prevedere la realizzazione di piccole strutture ricettive all’interno del Fondo per favorire la residenzialità per brevi periodi di soggetti provenienti dai diversi Paesi mediterranei interessati ad osservare la biodiversità ed avviare utili e necessari processi di integrazione. L’ambiente unico che si verrà a realizzare, da un lato, e la presenza di piccole strutture ricettive, dall’altro, potranno consentire la promozione del dialogo religioso e culturale promuovendo la comprensione e l’integrazione tra Paesi ancora distanti ma inevitabilmente legati tra loro e reciprocamente condizionati. Gli ulteriori 20 ettari del fondo Sturzo faranno parte di un più ampio campo agrivoltaico, realizzato insieme ai fondi viciniori, per produrre cereali e leguminose da granella e, in minor parte, piante officinali, con metodi di coltivazione a basso impatto ambientale. In totale, su aree assai estese, per un totale di 2.500 ettari, saranno ben sei i campi agrifotovoltaici che la Fondazione, mediante convenzione, avrà modo di coordinare, con gli standard propri dell’agricoltura sociale, facendo sì che siano coinvolti soggetti svantaggiati in regime di rete d’impresa, ambiti nei quali la Fondazione è stata pioniera sin dall’avvio delle prime attività nel Fondo Sturzo nel 2004. Il presidente della Fondazione, Salvatore Martinez, spiega che «è nostro desiderio fare del Parco del Mediterraneo un luogo nel quale “memoria e profezia” si sposino, in un’originale e creativa rappresentazione del Magistero sociale di papa Francesco. Il contesto paesaggistico ambientale e culturale è unico; l’eredità morale e spirituale di don Sturzo, che insisteva sull’Europa Mediterranea come soluzione alla crisi del Continente, è attualissima: ci sono tutte le prerogative per arrivare al Giubileo del 2025 con un cantiere aperto al riscatto sistemico di tante povertà».