Piazza San Pietro. «Tutti noi ci ritroveremo in Paradiso»
"La meta a cui tende la Chiesa, la Gerusalemme nuova ... il paradiso, più che di luogo si tratta di uno stato dell'anima in cui le nostre attese più profonde saranno compiute". Lo ha detto il Papa nella udienza generale. Allora, ha aggiunto, "il nostro essere figli di Dio giungerà alla piena maturazione, saremo vestiti della gioia e dell'amore di Dio, senza limite, saremo faccia a faccia con lui - ha aggiunto - è bello pensarci così, lassù, nel cielo, tutti noi faccia a faccia con Dio, è bello e dà forza all'anima". Papa Francesco ha dedicato la catechesi di oggi alle "domande antiche", le "domande spontanee" che l'uomo di ogni tempo si pone, e lo ha fatto prendendo le mosse dalla realtà della Chiesa, e da come "nel presentare la Chiesa agli uomini del nostro tempo - ha ricordato - il Concilio ecumenico Vaticano II aveva presente una verità fondamentale che non bisogna dimenticare: la Chiesa non è realtà statica, ferma, fine a se stessa, ma è continuamente in cammino verso la meta ultima che è il regno dei cieli".
"Quando ci rivolgiamo verso a questo orizzonte - ha osservato papa Francesco - ci accorgiamo che la nostra immaginazione ci impedisce" di comprendere "lo splendore del mistero, e sorgono spontanee domande come 'quando avverrà questo passaggio finale? Cosa sarà allora della umanità e del creato che ci circonda? Ma queste domande - ha rimarcato a braccio - non sono nuove, le avevano già fatte i discepoli a Gesù", "sono domande umane, domande antiche, che ci poniamo anche noi". Grazie alla fede, ha spiegato il Pontefice "noi sappiamo il modo in cui sarà trasformata l'umanità, sappiamo dalla rivelazione che Dio prepara una terra nuova in cui abita la giustizia" e che "sazierà tutti i desideri di pace del cuore dell'uomo: ecco la meta a cui tende la Chiesa, la Gerusalemme nuova ... il paradiso, più che di un luogo - ha commentato papa Bergoglio - si tratta di uno stato dell'anima in cui le nostre attese più profonde saranno compiute e il nostro essere figli di dio giungerà alla piena maturazione, saremo vestiti della gioia e dell'amore di Dio, senza limite, saremo faccia a faccia con lui, è bello pensare così, nel cielo, tutti noi ci troveremo lassù faccia a faccia con Dio, è bello, dà forza all'anima"."In questa prospettiva - ha ancora osservato il Papa - è bello percepire come ci sia una comunità tra la chiesa che in terra e quella in cielo", "i santi dal cielo, ci sostengono, intercedono per noi, e anche noi siamo sempre invitati a offrire opere buone e la stessa eucaristia per sostenere le anime nella attesa della piena beatitudine". "La distinzione - ha osservato - non è tra chi è morto e chi non lo è ancora, ma tra chi è in Cristo e chi non lo è, questo è l'elemento decisivo".E la Sacra scrittura, ha proseguito papa Francesco, spiega anche come sarà la vita eterna. L'apostolo Paolo, ha ricordato il Pontefice, "afferma che tutta la creazione sarà liberata dalla schiavitù della morte", che ci sarà un "cielo nuovo e terra nuova, nel senso che tutto l'universo sarà liberato dal male e dalla stessa morte". Questo, ha affermato, "è il compimento di una trasformazione che in realtà è già in atto a partire dalla morte e resurrezione di Cristo, è dunque una nuova creazione, non un annientamento, ma il portare ogni essere alla sua pienezza, questo - ha sottolineato il Papa - è il disegno che Dio da sempre vuole realizzare e sta realizzando. Quando pensiamo a queste realtà capiamo quanto la chiesa sia davvero un dono che porta iscritto la vocazione a Cristo". Ha quindi concluso invitando a pregare la Madonna per, ha detto, "aiutarci ad essere segno gioioso di fiducia e di speranza in mezzo ai nostri fratelli".Dopo la catechesi, papa Francesco ha parlato del suo viaggio in Turchia, che lo impegnerà da veenrdì a domenica prossima. "Invito tutti a pregare - ha detto rivolto alla folla dei fedeli - perché questa visita di Pietro al fratello Andrea porti frutti di pace, sincero dialogo tra le religioni e concordia nella nazione turca".Infine, ha incoraggiatoi cristiani del Medio Oriente presenti all'udienza con l'esortazione "Siate forti!". "La violenza, la sofferenza e la gravità del peccato - raccomanda Jorge Mario Bergoglio - ci devono indurre a riporre il tutto nella giustizia di Dio, che giudicherà ciascuno secondo le proprie opere".
"Siate forti e aggrappatevi alla Chiesa e alla vostra fede, così da purificare il mondo con la vostra
fiducia. Trasformate con la vostra speranza e curate con il vostro perdono, con l'amore e la pazienza della vostra testimonianza. Il Signore vi protegga e vi sostenga!".Prima di cominciare la catechesi papa Francesco, guardando il cielo grigio e gli ombrelli aperti in piazza, aveva commentato: "Un po' bruttina la giornata, ma voi siete coraggiosi, eh? Complimenti, speriamo di pregare insieme oggi".