«Seguo con profonda preoccupazione - ha detto il Papa durante l'udienza generale - le notizie che provengono dalla Nigeria, dove continuano gli attentati terroristici diretti soprattutto contro i fedeli cristiani. Mentre elevo la preghiera per le vittime e quanti soffrono, faccio appello ai responsabili delle violenze, affichè cessi immediatamente lo spargimento di sangue di tanti innocenti. Auspico inoltre - ha aggiunto - la piena collaborazione di tutte le componenti sociali della Nigeria, perchè non si persegua la via della vendetta, ma tutti i cittadini cooperino all'edificazione di una società pacifica e riconciliata, in cui sia pienamente tutelato il diritto di professare liberamente la propria fede».
L'udienzaLa preghiera come antidoto a "egoismo", "sete di potere e desiderio di possedere". Lo propone il Papa nella udienza generale nell'aula Paolo VI, davanti a oltre 8.000 fedeli, spiegando il significato del primo capitolo della lettera di san Paolo agli Efesini, con riferimenti anche alla lettera di san Paolo ai Romani. "Nella preghiera - ha spiegato Benedetto XVI - noi dobbiamo abituarci ad essere con Dio, e impariamo ad essere con Dio quando la preghiera diventa la nostra vita spirituale"; allora, ha commentato, "diventiamo capaci di conservare il mistero della fede". La preghiera "come modo di abituarsi a essere insieme con Dio - ha affermato papa Ratzinger - genera uomini e donne animati non da egoismo, sete di potere, desiderio di possedere, ma da gratuità, desiderio di servire, di essere amici di Dio, e solo così si può portare luce nel mondo.