Salvador. Aperta la causa di beatificazione per 2 donne e 6 gesuiti uccisi dai militari
Quattro delle otto vittime dei militari all'Uca
L’arcivescovo di San Salvador, José Luis Escobar Alas, ha annunciato che la Conferenza episcopale salvadoregna ha aperto il processo di beatificazione dei martiri dell’Uca (Universidad Centroamericana José Simeón Cañas) di El Salvador come parte di un gruppo di martiri della guerra civile. «Mi riferisco - tra gli applausi dei fedeli,ha sottolineato l’arcivescovo – in particolare a Ignacio Ellacuría che esattamente 10 giorni prima del suo martirio, cioè il 6 novembre 1989, ricevendo come rettore dell’Uca il premio internazionale Alfonso Domingo nel municipio di Barcellona, disse: “Solo come utopisti e speranzosi si può credere e avere il coraggio di tentare, con tutti i popoli e gli oppressi del mondo, di invertire la storia, sovvertirla e lanciarla in un’altra direzione”. La storia deve essere ‘cambiata dai poveri e dagli oppressi perché sono le vere e uniche vittime della storia», ha aggiunto Escobar Alas.
Tra le vittime della guerra civile ,che ha devastato il Paese centroamericano tra il 1979-1992 causando 75mila morti, vi furono anche i martiri dell’l’Università Centroamericana (UCA). Si tratta di Ignacio Ellacuría – che era rettore dell’Uca - , Segundo Montes, Ignacio Martín-Baró, Amando López e Juan Ramón Moreno e del salvadoregno Joaquín López, nonché della lavoratrice dell’Uca Elba e della figlia sedicenne Celina Ramos.
Quel 16 novembre 1989, un plotone dell’esercito salvadoregno si presentò alla residenza dei gesuiti e li trucidarono barbaramente poiché il governo di Alfredo Cristiani era convinto che l’università fosse un rifugio per i guerriglieri. Invece i gesuiti cercavano di promuovere un riavvicinamento tra lo Stato salvadoregno e i guerriglieri del Fronte di Liberazione Nazionale Farabundo Martí.
Come è noto, nel 2020, la giustizia spagnola ha condannato l’ex viceministro della Pubblica Sicurezza di El Salvador, Inocente Orlando Montano, a 133 anni di carcere per questi omicidi, sentenza confermata dalla Corte Suprema nel 2021.
Per rendere gloria alla chiesa popolare salvadoregna, che ha dato testimonianza con una schiera di martiri ,è già stato beatificato padre Rutilio Grande (1928-1977) , ritenuto il capostipite di quella generazione di gesuiti che hanno non solo predicato ma soprattutto vissuto e condiviso con i poveri il messaggio evangelico. Tra di essi , monsignor Oscar Arnulfo Romero, che dopo alterne vicende del processo di beatificazione, è stato infine canonizzato nel 2018 da papa Francesco. Ed ora, toccherà ad Ellacuría – che ho avuto il privilegio di conoscere e frequentare ai seminari del mio maestro Xavier Zubiri, - uno dei più importanti pensatori della filosofia e teologia della liberazione (Cfr. il cap. 9 dedicato ad Ellacuría nella mia Storia della filosofia spagnola del XX secolo, Morcelliana,Brescia 2016; ed inoltre Ellacuría, Conversione della Chiesa al regno di Dio,Queriniana,Brescia , a cura di Armando Savignano)
Come ha sottolineato Ellacuría, in occasione dei funerali dell’arcivescovo di El Salvador Romero, «Rutilio fu per monsignore il precursore che Giovanni Battista fu per Gesù. Dopo che Rutilio Grande fu assassinato, venne monsignor Romero». La “conversione” di monsignore provocò grande sorpresa, per cui si parlava del “miracolo” di Rutilio Non casualmente il teologo spagnolo ma salvadoregno di formazione Jon Sobrino ( Concilium” 5/2009), ha parlato in riferimento a queste tragiche vicende di Padri della Chiesa in America Latina, di una chiesa profetica e martire al servizio di Dio e della liberazione sulla base di un’opzione per i poveri. La morte violenta di questi martiri spinsero monsignor Romero ed Ellacuría a trasformare la loro missione pastorale orientata alla difesa dei poveri,verso quella chiesa popolare e dei poveri di cui parla continuamente papa Francesco.
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