Pedofilia. Tolleranza zero per don Glaentzer
Al centro don Glaentzer mentre viene condotto dal pm (Ansa)
Se qualcuno fuori dalla Toscana conosceva Calenzano, con molta probabilità lo doveva a don Lorenzo Milani. È lì, infatti, che a cavallo degli anni Cinquanta, da cappellano di San Donato, prima di diventare priore di Barbiana, ha dato vita alla scuola popolare per i giovani del paese. Oggi, se si digita Calenzano su qualsiasi motore di ricerca in internet, compaiono un’infinità di articoli e di filmati su don Paolo Glaentzer, il prete settantenne accusato di pedofilia, ora agli arresti domiciliari a Bagni di Lucca, ma fino a qualche giorno fa amministratore parrocchiale di un’altra parrocchia di Calenzano in arcidiocesi di Firenze: San Rufignano a Sommaia.
La terribile vicenda
Il sacerdote, lunedì 23 luglio, era stato sorpreso appartato in auto con una bambina di dieci anni. Colto, pertanto, in flagranza di reato, ha poi confessato pur cercando delle assurde attenuanti che comunque non gli hanno evitato l’accusa di violenza sessuale aggravata. Una storia particolarmente triste che ha portato alla luce le condizioni di disagio della famiglia della piccola vittima e reso ancor più deprecabile e ripugnante il comportamento di don Glaentzer così come è stato stigmatizzato dall’arcivescovo di Firenze, il cardinale Giuseppe Betori, in una nota congiunta con tutto il presbiterio diocesano «colpito e addolorato». Attraverso lo stesso scritto è stata espressa «sentita vicinanza alla bambina e alla sua famiglia». Il cardinale ha poi provveduto a sospendere don Glaentzer «dall’esercizio del ministero pastorale» ricordando tra l’altro che il sacerdote (originario di Roma, con un trascorso in Germania, già monaco benedettino) «è ospite della diocesi e non fa parte del clero fiorentino». Anche se questo non attenua i fatti che, «così come contestati, già di per sé gravissimi, qualora fossero confermati dalle indagini, sono resi ancora più intollerabili e sconvolgenti in quanto attribuiti proprio a un sacerdote, diventando causa di profondo dolore per le vittime e ferita aperta per l’intera comunità».
L'assurda difesa del reo confesso
Ad aggiungere ulteriore sgomento sono arrivate le affermazioni dell’accusato che avrebbe attribuito il proprio comportamento perverso a uno “sgambetto” del demonio, tanto che ieri sulla vicenda è intervenuto anche il vescovo di Prato, Franco Agostinelli, anche perché la sua città è stata chiamata direttamente in causa per la vicinanza con Calenzano, ma soprattutto per la sede della procura che conduce le indagini. Cosa che ha portato molti a pensare che il sacerdote arrestato appartenesse al clero pratese, provocando ulteriore «costernazione, dolore e disagio» nella comunità cattolica locale.
Le dure parole di Agostinelli
In un’intervista all’emittente diocesana TvPrato, Agostinelli ha espresso, in sintonia con l’arcidiocesi di Firenze, «la più ferma condanna» per «un reato così terribile e odioso», «un peccato così grave», che merita solo la «tolleranza zero» invocata da papa Francesco. Anche se «il primo pensiero, il pensiero di tutti – dice il vescovo di Prato – è per la vittima di questo gesto disumano, per questa bambina e per la sua indicibile sofferenza. I nostri figli sono il bene più grande e prezioso che abbiamo, è doloroso non essere stati capaci di proteggere la bambina. Domandiamoci tutti - aggiunge Agostinelli - quanto la nostra società, sempre più frammentata ed egoista, ha perso il valore centrale dei nostri fratelli più fragili, proprio a partire dai bambini e dagli anziani. Questa vicenda - conclude il vescovo di Prato - colpisce i nostri preti, quelli che ogni giorno seguono genuinamente Cristo e sono a servizio degli altri, generosi e silenziosi. Dopo le vittime, sono i sacerdoti veri, seri, spesso santi, a essere colpiti. Stiamo accanto ai nostri preti. Spendono per gli altri non un po’ del proprio tempo: spendono la vita».
*** AGGIORNAMENTO DEL 10/2/2020
L'Arcidiocesi di Firenze rende noto quanto segue. "La Congregazione per la Dottrina della Fede ha reso noto che il Santo Padre Francesco ha deciso la dimissione dallo stato clericale del Rev. Paolo Glaentzer, sacerdote incardinato nella Diocesi Suburbicaria di Sabina-Poggio Mirteto, già amministratore parrocchiale della Parrocchia di San Rufignano a Sommaia".