Tra i profughi del Cara: «Grazie Francesco, sei la nostra gioia»
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In realtà anche Angelo Chiorazzo, fondatore della cooperativa Auxilium (che gestisce il Cara di Castelnuovo di Porto) fatica parecchio a stare nella pelle: “Credo, se riuscirò a… parlare, che gli dirò solo grazie, non ci sono altre parole”. Hanno saputo una settimana fa che Francesco sarebbe venuto qui a celebrare la Messa in coena domini. “Chi fa questo lavoro sa quante difficoltà ci sono… Questo è davvero un regalo incredibile, impensabile”, va avanti Chiorazzo: “Per me è una carezza di Dio”.
Angela Ferri è un’operatrice Auxilium. Per lei la gioia è particolare e probabilmente ancora più profonda… “Papa Francesco soprattutto in questo momento è una delle figure più importanti della mia vita, ho perso mia mamma da venti giorni e lui per me adesso è la mia gioia e la mia forza”. Glielo dirai? “Sì. Sarà la prima cosa”.
Poche ore prima dell’arrivo, al Cara si mettono a posto gli ultimi dettagli. Hanno già radunato i regali che Francesco ha fatto arrivare: duecento uova pasquali, magliette per giocare a pallone e palloni, una scacchiera e sue immaginette, che «molti ragazzi hanno già attaccato alla porta delle loro stanze", fa sapere Chiorazzo. molti ragazzi hanno già attaccato alla porta delle loro stane”, fa sapere Chiorazzo. “Dopo tutto il viaggio fatto e tutta la fatica per arrivare - sussurra Lucia Yrgalem, eritrea -, trovarci con Papa Francesco per la lavanda dei piedi, nemmeno l’avevamo mai sognato”.