Nella festa patronale Ghirelli invita i laici alla responsabilità IMOLA «Quello che viviamo è il tempo della testimonianza e dell’evangelizzazione». Lo ha sostenuto domenica scorsa il vescovo di Imola, Tommaso Ghirelli, durante l’omelia in Cattedrale, a conclusione delle solenni celebrazioni per la Madonna del Piratello, patrona della città e diocesi. Per una settimana l’immagine della Madonna, venerata nella Basilica del Piratello lungo la Via Emilia, è rimasta in Cattedrale a Imola, portata solennemente in processione nei luoghi più significativi, fra cui l’ospedale, le case di riposo, le scuole e in alcune famiglie. «L’evangelizzazione – ha spiegato il presule – passa sempre più attraverso l’apporto dei laici, in famiglia come in parrocchia, dove sempre più i laici sono chiamati ad assumere iniziative, svolgere servizi, mettere a disposizione i loro doni spirituali, perché tale vitalità si ripercuota sulla società civile». Nel pomeriggio tutta la città si è stretta attorno all’immagine della Madonna che è ripartita verso la Basilica del Piratello, salutata in piazza Matteotti, il centro cittadino, dove il vescovo Ghirelli davanti alle autorità cittadine si è posto alcune domande alla luce della realtà attuale nell’Anno giubilare della misericordia: «La nostra città si dispone a costruire ponti o ad erigere barriere? Si dispone ad aprire le porte o a rinforzare le serrature? Vede la possibilità di conciliare sicurezza e ospitalità? Si prende a cuore i problemi di vicini e lontani, interessandosi concretamente a una cittàmartire come Aleppo, pur con realismo e senso del limite?». Il presule ha concluso esortando credenti e non a «riscoprire le radici culturali del non lasciarsi sopraffare dal pensiero fisso di conservare il potere e il livello dei consumi, aprendosi invece ai problemi dei giovani e degli immigrati, per risolvere i quali Chiesa e Stato, nel rispetto dei ruoli, sono chiamati a fare la propria parte».
© RIPRODUZIONE RISERVATA La processione a Imola