TESTIMONIANZE. Taizé le storie
Magda e Bagusia, sorelle partite da Zakopane:
qui per confrontarci con culture di altre Nazioni
Scarpe da ginnastica, jeans, maglietta a maniche corte, capelli castano chiari legati in una coda di cavallo, stessi occhi verdi. Si somigliano Magda e Bagusia, 20 e 17 anni, sorelle polacche arrivate a Roma da Zakopane per il Pellegrinaggio di fiducia sulla terra. «È la prima volta che partecipiamo a uno degli appuntamenti di Taizé. Io sarei voluta andare già l’anno scorso, ma ero troppo piccola», racconta Bagusia, la più giovane e loquace delle due. «Sono davvero entusiasta di essere qui, anche se siamo appena all’inizio di questa avventura», aggiunge. «Sono sicura – continua – che sarà un’esperienza bellissima, perché potremo pregare con ragazzi della nostra età, ma di altri Paesi. Sarà un modo per conoscere nuove persone e soprattutto nuove culture». Nessuna traccia di stanchezza sui volti delle due sorelle, nonostante un viaggio di ventuno ore in pullman per giungere a destinazione. «Ieri (l’altroieri, ndr) ci siamo fermati a Venezia e abbiamo visitato la città – spiega Magda –. Abbiamo passato la notte lì e poi siamo ripartiti per Roma, dove siamo arrivati stamattina (ieri, ndr) molto presto». Le due sono partite con altri quarantadue coetanei di Zakopane, raccogliendo la proposta lanciata da padre Michal, loro guida in parrocchia e amico della comunità francese. «Credo che apprezzerò particolarmente le bellissime Basiliche di Roma, di cui ho ammirato solo fotografie e studiato nei libri di storia dell’arte – dice Bagusia –. E sono particolarmente emozionata all’idea di incontrare Benedetto XVI. Lo abbiamo già visto quando venne in viaggio apostolico in Polonia, nel 2006. Ma questa volta sarà molto diverso, perché, in qualche modo, sarà lui ad accogliere noi».
Beata, veterana di questi incontri nell’Europa: un sogno essere qui nella culla del cattolicesimo
«Sono momenti catartici. Occasioni in cui puoi parlare di Gesù con persone che arrivano da tutto il mondo. Ed è bello confrontarsi, scoprire insieme qualcosa di nuovo e uscire rinsaldati nel proprio credo, che sia cattolico, ortodosso, protestante». È una veterana degli Incontri europei di Taizé, Beata. Ungherese, 35 anni, già nel nome porta il segno di una fede cattolica profonda, trasmessale dalla famiglia. «L’anno scorso sono stata all’appuntamento di Berlino –ricorda – e una decina di anni fa ho fatto parte dello staff organizzativo per il Pellegrinaggio di fiducia a Budapest, la mia città. Oggi sono qui con il mio fidanzato e con un gruppo di amici slovacchi: parliamo tutti ungherese perché vengono da una regione che confina con il mio Paese». Il viaggio in pullman di 23 ore, poi l’arrivo nell’Urbe. «Vedere Roma era uno dei miei sogni, fin da bambina. Forse perché è la culla del cattolicesimo, ma anche una città piena di tesori artistici». Parla in un ottimo inglese, Beata: a Budapest insegna proprio la lingua di Shakespeare ai ragazzi disagiati, che hanno problemi di alcolismo o droga. «So che con il mio lavoro posso dare loro una mano, aiutandoli ad avere una seconda possibilità, a crearsi una professione». Pregherà anche per i suoi alunni, durante questo appuntamento romano. «Penso che gli organizzatori abbiano fatto un ottimo lavoro, hanno superato se stessi – osserva entusiasta –. Sono emozionata all’idea di incontrare Benedetto XVI. Ho avuto la fortuna di vedere Giovanni Paolo II quando venne in visita in Ungheria, facevo parte del coro che accompagnò una delle sue celebrazioni. Lo vidi proprio da vicino e ancora ricordo la commozione di quel momento. Uno dei più belli della mia vita».