L’Epifania è la prima manifestazione di Cristo all’umanità e viene ricordata attraverso la visita dei Magi alla mangiatoia. A guidare i "Sapienti" da Oriente a Gerusalemme, verso la grotta per adorare il Bambino appena nato, come raccontato dal Vangelo di Matteo, è la stella cometa, meglio conosciuta come la Stella di Betlemme. Un fenomeno astronomico che accompagna nel racconto evangelico la nascita di Gesù ed è ricco di significati storici, scientifici e spirituali.«Non risulta che ci sia un registro storico di un evento astronomico all’epoca – spiega Padre José Gabriel Funes, direttore della Specola vaticana, in un’intervista alla Radio Vaticana – ma questo non vuol dire che non ci sia stato. Quello che sappiamo, grazie soprattutto a chi studia la Bibbia, è che l’evangelista Matteo cerca di far vedere nei racconti dell’infanzia di Gesù che in Gesù si compiono le Scritture. Ha un significato spirituale molto profondo e molto bello». Spesso, in eventi come quelli astronomici, si cerca un’associazione tra scienza e storia. Padre Funes in questo caso sottolinea soprattutto l’importanza del significato spirituale, «che ha un fondamento anche nella storia, cioè significa la nascita di Gesù».Il direttore della Specola vaticana, oltre a spiegare dal punto di vista scientifico il fenomeno astronomico della cometa, insiste sul legame tra fede e scienza: «Molte volte nella nostra cultura quotidiana, che talvolta è un po’ superficiale, scienza e fede vengono presentate come nemiche in una guerra santa. Invece no, i Magi sono per noi un esempio di come entrambe possano aiutarsi a vicenda, essere integrate e vivere in armonia. I Magi sono pellegrini, sono quelli che cercano la verità e per noi sono degli esempi». La visita dei Magi, secondo padre Funes, rappresenta un’immagine significativa per i nostri tempi e molto attuale per parlare della Chiesa, «presente tra i poveri e tra i pastori, ai quali viene annunciata per primi la nascita di Gesù».