Chiesa

SINODO DEI VESCOVI. Sinodo 2012: un cammino condiviso iniziato due anni fa

Giacomo Gambassi sabato 6 ottobre 2012
È il 24 ottobre 2010 quando Benedetto XVI annuncia di voler dedicare alla sfida dell’annuncio la XIII Assemblea generale ordinaria del Sinodo dei vescovi. Nella Basilica vaticana, davanti ai pastori che concludono l’Assemblea speciale per il Medio Oriente del Sinodo dei vescovi, il Papa evoca «l’urgente bisogno» di comunicare il Vangelo nel mondo contemporaneo e rende noto il tema dell’assise che comincia domenica mattina con la Messa presieduta dal Pontefice in piazza San Pietro: «La nuova evangelizzazione per la trasmissione della fede cristiana».Le premesse. La scelta del filo conduttore è preceduta da due iniziative. La prima è la consultazione dei 13 Sinodi delle Chiese Orientali Cattoliche «sui iuris», delle 113 Conferenze episcopali mondiali, dei 25 dicasteri vaticani e dell’Unione dei superiori generali per segnalare gli argomenti da mettere al centro dell’appuntamento. E dalla maggioranza dei vescovi arriva la proposta di affrontare la questione della trasmissione della fede. Il secondo evento è l’istituzione del Pontificio Consiglio per la promozione della nuova evangelizzazione che viene eretto dal Papa il 21 settembre 2010.Un cammino comune. Con le parole di Benedetto XVI comincia il cammino di preparazione al Sinodo dei vescovi che avrà una tappa essenziale nella pubblicazione dei Lineamenta. Il testo, che è un percorso di riflessione sul tema, viene diffuso il 2 febbraio 2011 in otto lingue. Attraverso i contributi e le risposte legate al documento che giungeranno alla Segreteria generale del Sinodo dei vescovi da tutto il mondo sarà elaborato l’Instrumentum laboris, autentico ordine del giorno dell’assise.Il percorso di riflessione.Tre i capitoli dei Lineamenta che si aprono ricordando come il Sinodo si situi nel «rinnovato impegno» all’evangelizzazione scaturito dal Concilio Vaticano II e che l’annuncio del Vangelo riguarda la capacità della Chiesa di configurarsi «come reale comunità» e «non come macchina o azienda». Il primo capitolo, dal titolo «Tempo di nuova evangelizzazione», sottolinea lo «sforzo» cui la Chiesa è chiamata per essere «all’altezza delle sfide che il contesto sociale e culturale odierno pone alla fede». Di fronte a scenari che vanno dalla secolarizzazione al fenomeno migratorio passando per la crisi economica e la ricerca scientifica, i cristiani devono «portare la domanda su Dio all’interno di essi». È la scommessa a «Proclamare il Vangelo di Gesù Cristo», spiega il titolo del secondo capitolo. Scrittura e tradizione sono i perni della trasmissione della fede – evidenzia il testo – e la Chiesa trova la sua massima espressione nell’Eucaristia. Non è un caso che le ultime due Assemblee ordinarie (del 2005 e del 2008) siano state dedicate proprio al Sacramento dell’altare e alla Parola di Dio e che i Lineamenta attingano dalle esortazioni apostoliche post-sinodali Sacramentum Caritatis (2007) e Verbum Domini (2010). L’ultimo capitolo, intitolato «Iniziare all’esperienza cristiana», si sofferma sui Sacramenti e anche sulla revisione della loro amministrazione. E indica come modelli di testimonianza alcune figure-chiave come san Paolo o Madre Teresa di Calcutta.L’«ordine del giorno».Lo scorso 19 giugno viene presentato l’Instrumentum laboris che rappresenta il culmine dell’itinerario preparatorio. Nel documento due vocaboli ricorrono più volte: sono «rinnovamento» e «conversione». Bussole per la Chiesa invitata a vedere nella nuova evangelizzazione un’opportunità per «riscoprire la gioia di credere» e «ritrovare l’entusiasmo nel comunicare la fede». Quattro i capitoli. Nel primo, su «Gesù Cristo, Vangelo di Dio per l’uomo», si ricorda che l’annuncio è un dovere della comunità ecclesiale. Il secondo riprende il tema della nuova evangelizzazione, mentre il terzo parla di «Trasmettere la fede» e riserva un ruolo di rilievo sia alla parrocchia, sia alla famiglia. Per «Ravvivare l’azione pastorale» (come suggerisce il titolo dell’ultimo capitolo) si esorta a uno stile più missionario, a far fronte all’emergenza educativa e a coltivare l’attenzione per le vocazioni. La scommessa – conclude il documento – è di «riaccendere lo slancio delle origini». Ed è l’impegno che da domenica attende i padri sinodali.