Il caso. Spagna: suore in rivolta lasciano la Chiesa, saranno scomunicate
Il monastero di Santa María de Bretonera di Belorado
ARTICOLO AGGIORNATO IL 22 GIUGNO 2024
La vicenda, come spesso succede, chiama in causa diversi piani. Non solo la comunione con il Papa, ma anche interessi immobiliari e, forse, il rapporto tra personalità fragili e una fortissima. Dietro la “ribellione” delle “suore dei cioccolatini” a rischio scomunica c’è infatti la figura di Pablo de Rojas Sanchez, sacerdote a sua volta già scomunicato, fondatore della Pia Unione di San Paolo Apostolo.
I fatti hanno come teatro la diocesi spagnola di Burgos e la comunità di clarisse di Belorado. Le monache, che devono il loro soprannome alla produzione artigianale di dolci, hanno pubblicato sui social il contenuto della lettera inviata a monsignor Mario Iceta Gavicagogeascoa, arcivescovo di Burgos, in cui annunciano la decisione «irreversibile e unanime» di abbandonare la Chiesa cattolica. E assicurano di non temere le reazioni della Santa Sede perché «qualunque condanna o sanzione canonica» sarà considerata «nulla» in quanto «non ha potere sulle anime» ed è «carente di effettività».
Nella missiva, firmata dalla madre superiora suor Isabel de la Trinidad, si aggiunge inoltre che la decisione di uscire dalla Chiesa cattolica è frutto di «una matura, meditata e cosciente riflessione». «Ci separiamo liberamente e volontariamente, all'unanimità e con gioia», aggiunge lo scritto sottolineando che il “Manifesto cattolico” pubblicato il 13 maggio e che anticipava l’ultima lettera, era stato sottoscritto da tutte e 16 le suore della comunità.
In quel documento le religiose annunciavano di volersi mettersi sotto la tutela e la giurisdizione di Pablo de Rojas Sanchez-Franco. Quest’ultimo, nato a Jaén nella Sierra de Cazorla, classe 1981, è conosciuto per le sue posizioni ultraconservatrici e per aver fondato la Pia Unione di San Paolo apostolo, che celebra la Messa in latino e rifiuta la legittimità dei Papi successivi a Pio XII, definendo la Chiesa post-conciliare “eretica”.
Una delle sue affermazioni più controverse riguarda infatti il Vaticano, che de Rojas accusa di essere in una condizione satanica sin da papa Giovanni XXIII. Inoltre, de Rojas che sarebbe stato consacrato vescovo dalla Chiesa palmariana (distaccatasi già negli anni 70 dalla Chiesa di Roma) pur dicendo di non farne parte, si dichiara detentore di numerosi titoli nobiliari, tra cui "duca imperiale" e "principe elettore del Sacro Romano Impero”. È a questa figura più che discutibile, scomunicata nel 2019, che le clarisse di Belorado hanno assicurato fedeltà.
Alla base ci sarebbe anche una questione immobiliare. Nel 2020 infatti la comunità aveva raggiunto un accordo con il vicino vescovado di Vitoria per acquistare il convento, sempre di clarisse, di Orduña ma la Santa Sede aveva bloccato la compravendita per la poca trasparenza nel reperimento dei fondi. Una decisione fortemente contestata dalle suore.
Per dirimere la questione, lo scorso 29 maggio la Santa Sede ha affidato all’arcivescovo di Burgos monsignor Iceta l'incarico di “commissario pontificio” dei due complessi religiosi. Ma quando, il 7 giugno, una delegazione diocesana si era presentata al monastero di Santa Clara di Belorado, per «stabilire linee di dialogo e interlocuzione con le monache» e comunicare loro, tramite notaio, «le notifiche pertinenti del Tribunale rispetto all'apertura del processo canonico corrispondente alla dichiarazione di abbandono della Chiesa cattolica», le religiose avevano chiamato la guardia civile, facendo sapere che il gruppo, fatta eccezione per il notaio, non era gradito.
Ora cosa succederà? Venerdì 21 giugno sono scaduti i termini dati alle clarisse per presentarsi davanti al Tribunale ecclesiastico e difendersi dalle accuse di aver consumato uno scisma, delitto che prevede la scomunica laetae sententae, cioè automatica. Invito che non è stato accolto. Tuttavia, la Chiesa di Burgos sembra voler adottare una linea morbida incontrando ogni singola monaca per vedere quanto nella scelta dello strappo con la Santa Sede sia frutto di una convinzione autonoma o del condizionamento da parte di personalità più forti.