Domenica la giornata. Vicini ai sacerdoti con «Sovvenire», Azione cattolica mobilitata
Un sacerdote nell'oratorio di Sant'Alberto Magno alle Vigne (Roma) in una foto di archivio
Cambia la collocazione sul calendario – la terza domenica di settembre, non più la festa di Cristo Re, nuova “casa” delle Gmg diocesane –, la sostanza resta. E, anzi, si rilancia. Con la 34ª Giornata nazionale delle offerte per il sostentamento del clero, in programma dopodomani, il principio del “Sovvenire” viene riproposto come idea-guida perché i credenti facciano propria la responsabilità di farsi carico dei «loro» preti alimentando il fondo nazionale che “sovviene” – appunto – alle esigenze dei sacerdoti in tutta Italia, a cominciare dai più bisognosi. Un’idea conciliare, attualissima, eppure ancora non diffusa abbastanza da garantire al sistema energie proporzionate alle enormi necessità. Per sensibilizzare tutti su questo aspetto Avvenire uscirà domenica con un inserto speciale, dedicato ai preti giovani. E Azione cattolica ha deciso di mobilitare tutte le sue sedi parrocchiali per diffondere il quotidiano con la proposta del “Sovvenire”. Il nuovo presidente nazionale di Ac, Giuseppe Notarstefano, se n’è fatto promotore.
Il presidente nazionale di Ac, Giuseppe Notarstefano - Azione cattolica
Presidente, perché l’Azione cattolica si impegna attivamente nella Giornata per il Sovvenire?
Perché abbiamo la possibilità di dire prima un “grazie” ai nostri sacerdoti, e poi di aiutare i fedeli e i “parrocchiani” a capire quanto il lavoro, pastorale e spirituale, dei nostri sacerdoti sia prezioso. Lo faremo domenica, ma lo facciamo tutti i giorni dell’anno. Contribuendo anche economicamente alle necessità dei nostri parroci, aiutiamo non solo loro e le esigenze materiali della parrocchia, ma anche tutta la comunità, fedeli laici e presbiteri.
Come sarà l’organizzazione della Giornata nelle parrocchie?
Abbiamo invitato le nostre associazioni a predisporre un punto per la vendita di Avvenire nella mattinata di domenica, con l’aiuto di alcuni soci di Ac. È un modo tangibile di dimostrare la nostra attenzione per i sacerdoti che in parrocchia e in associazione quotidianamente hanno cura di noi. Specie nel tempo della pandemia, abbiamo sperimentato quanto i loro gesti concreti siano stati essenziali.
Come si fa crescere tra i laici la consapevolezza che i sacerdoti sono affidati anche a loro?
Vivere la corresponsabilità è assumere la vita concreta delle nostre comunità, anche nella prospettiva della sostenibilità e della sinodalità. Questa si arricchisce del dialogo fecondo tra le diverse vocazioni che apprendono un’attitudine a prendersi cura tanto delle scelte ideali che dei percorsi e delle strutture che ne sono espressione di servizio. È un discorso che parte fin dall’iniziazione cristiana dei più piccoli, e che per noi dell’Ac ha un valore fondante. Quando parliamo di "formazione delle coscienze" intendiamo dire anche questo: che la Chiesa, in quanto comunità educante, è per tutti e di tutti. Nessuno escluso.
Il radicamento di Ac nelle comunità rende centrale la figura del parroco. Oggi come vivete il legame con loro?
L’Ac vive nelle parrocchie e nei territori, si radica nelle parrocchie e vuole costruire legami di fraternità nelle parrocchie. Negli ultimi tempi, con la pandemia, ha avviato percorsi di fraternità anche nei territori, sperimentando legami di prossimità oltre il confine della vita parrocchiale. La collaborazione con il parroco è “fondativa”, insita nella nostra stessa vocazione di laici a servizio della Chiesa e del Paese. Impariamo in Ac a voler bene ai nostri sacerdoti. Il nostro servizio di apostolato nelle parrocchie va vissuto in modo umile e silenzioso, vorremmo venisse sempre più percepito come autentica condivisione delle scelte pastorali ma anche di percorsi e servizi che la rendono possibile ogni giorno nei diversi contesti.
L’inserto speciale di Avvenire domenica racconterà storie di preti giovani. Come va sostenuto il loro ministero?
Oggi i giovani preti che escono dai seminari, e sono inviati nelle grandi città metropolitane o nelle periferie più lontane e spesso marginali, si trovano non di rado a sperimentare smarrimento e stanchezza. Amicizia e fraternità sono le due parole-chiave che devono rigenerare la relazione tra pastori e popolo di Dio. Con i giovani preti possiamo condividere momenti di amicizia, coltivando i legami di cura per farli sentire davvero accolti in una dimensione familiare.
Da presidente della più estesa associazione di laici nella Chiesa italiana, cosa chiede oggi ai sacerdoti italiani?
Più che porre richieste, vorrei esprimere ai nostri sacerdoti il grande affetto e la gratitudine di tutta l’associazione, ricordando loro che l’Ac è presente nelle parrocchie per contribuire ed alimentare la “passione cattolica”, il vivo desiderio di prendersi cura della vita di fede delle persone di ogni età e di contribuire a dare una forma accogliente e inclusiva alla vita comunitaria. In un tempo dominato dalle fragilità e dalla frammentarietà, è molto bello sapere che i sacerdoti ci ricordano il primato della vita spirituale per la vita di tutti e per la rigenerazione della vita civile. Annunciando il Vangelo, la Chiesa ci aiuta a contribuire al bene comune per i nostri territori e la collettività. Facciamolo ancora e sempre insieme, noi laici e gli amici sacerdoti.
Qual è oggi il rapporto di Ac con Avvenire?
Un rapporto duraturo e fecondo. Spesso tra i nostri soci e il giornale sono state realizzate anche promozioni ad hoc. Nello stesso tempo ci accorgiamo quanto, nell’era del digitale e dell’informazione in rete, un giornale come Avvenire possa essere una guida autorevole per discernere i segni dei tempi. Mi auguro che questo rapporto non solo continui ma si rafforzi sempre più.
Domenica con Avvenire l'inserto «Una Chiesa giovane. Storie di sacerdoti aperti al futuro»
Con Avvenire di domenica 19 settembre i lettori troveranno l’inserto speciale gratuito «Una Chiesa giovane. Storie di sacerdoti aperti al futuro» realizzato per la «Giornata nazionale delle offerte per il sostentamento del clero» (il sistema del «Sovvenire»). Chi acquisterà Avvenire nella propria parrocchia darà un contributo al fondo nazionale: un euro per ogni copia venduta del quotidiano sarà infatti devoluta all’Istituto centrale per il sostentamento del clero. Quanto al resto della cifra incassata, la parrocchia potrà decidere se versarla al fondo o tenerla per le proprie esigenze.