La giornata. Sostentamento dei sacerdoti, strumento di valore pastorale
Don Fabio Fasciani, uno dei volti che accompagnano la campagna «Uniti nel dono»
Questa domenica si celebra in tutta Italia la Giornata nazionale di sensibilizzazione alle offerte deducibili per i sacerdoti. Uno strumento ancora poco diffuso ma dal grande valore pastorale, come ci spiega il responsabile del Servizio per la promozione del sostegno economico alla Chiesa, Massimo Monzio Compagnoni.
Poco più di tre anni fa la Cei ha affidato a Massimo Monzio Compagnoni la guida del Servizio per la promozione del sostegno economico alla Chiesa cattolica. È lui stesso a spiegare ad “Avvenire” come il sistema nato dopo la revisione del Concordato del 1984, che permette alla Chiesa di mantenersi, abbia due colonne portanti…
«Le definirei quasi due polmoni, anche se a un primo sguardo si potrebbe pensare tutt’altro - risponde Muzio Compagnoni -. Nel 2022, infatti, per mantenere gli oltre 32.000 sacerdoti a servizio delle Chiese che sono in Italia sono stati necessari poco più di 500 milioni di euro. Quasi il 70% di questa somma è arrivata dai fondi derivanti dall’8xmille. Solo l’1,6%, invece è arrivato dalle offerte deducibili.
Così poco? Verrebbe da pensare che siano due polmoni molto diversi tra di loro, 8xmille e offerte.
Se ci limitassimo solamente all’aspetto numerico e quantitativo della questione, infatti, sarebbe proprio così. Ma la Chiesa non è un’azienda! Le firme per l’8xmille (che non costano nulla a chi le mette) rimangono fondamentali e permettono alle nostre comunità non solo di mantenere i sacerdoti, ma anche di portare avanti migliaia di progetti di carità, in Italia e nei paesi più poveri del mondo, e di conservare in buone condizioni l’immenso patrimonio culturale, artistico e architettonico che abbiamo ereditato dai nostri padri. Ma le offerte hanno un valore intrinseco che va ben oltre quello della firma sulla dichiarazione dei redditi.
Che cosa intende dire?
Voglio dire che la Chiesa è innanzitutto comunione di fratelli, è la famiglia dei figli di Dio. E come ogni famiglia che si rispetti deve saper condividere tutto: la fede, le motivazioni, le riflessioni… ma anche i conti e le necessità materiali. Chi fa un’offerta deducibile mette mano alle proprie risorse e ne condivide una parte con la comunità cristiana. Ci mette del proprio, si sente davvero parte viva di un corpo che ha bisogno di tutti per continuare a vivere. Per questo è importante che siano in tanti a compiere questo gesto. Magari solo pochi euro, non importa quanto, ma in tanti.
È lo stesso principio che vale quando, durante la Messa, viene fatto girare il cestino delle offerte…
Certamente, ma la questua domenicale in parrocchia è una cosa diversa dalle offerte per i sacerdoti. La legge 222 del 1985, quella nata dopo il nuovo Concordato, prevede che dalla questua parrocchiale i sacerdoti possano trattenere solo una minima parte per il proprio sostentamento: 7 centesimi al mese per abitante. Vuol dire che in una parrocchia di 1000 abitanti sarebbero appena 70 euro al mese! Le offerte deducibili, invece, sono uno strumento che nei fedeli fa crescere il senso di corresponsabilità, di reciproca dipendenza. I sacerdoti sono chiamati a spendersi interamente per le comunità loro affidate, e lo fanno ogni giorno in modo silenzioso e bellissimo. E qual è la nostra parte?
Le giro la domanda. Qual è la nostra parte?
Le offerte deducibili sono certamente una risposta. Sono un gesto concreto che esprime la condivisione di un’unica missione, sacerdoti e laici, per il bene della sola famiglia che è la Chiesa. Per questo abbiamo voluto chiamare il nuovo sito che promuove le offerte per i sacerdoti “Uniti nel dono”. Un cuor solo e un’anima sola, che significa anche la preoccupazione che a nessun sacerdote, dalle Alpi alle isole più sperdute, manchi il necessario per vivere dignitosamente e dedicarsi a tempo pieno alla propria vocazione.
Come si può fare, concretamente, un’offerta deducibile?
Ci sono moltissimi modi, dalla carta di credito, al bonifico bancario, al c/c postale. Ci si può rivolgere, nella propria diocesi, all’Istituto diocesano per il sostentamento del clero o al proprio parroco ma la cosa più semplice è entrare nel sito www.unitineldono.it. Lì, tra l’altro, troverete una gran quantità di storie di sacerdoti e delle loro comunità, insieme a testimonianze di donatori. E, per chi vuole, le indicazioni su come “dedurre” le proprie offerte quando si fa la dichiarazione dei redditi (per questo si definiscono “deducibili”).