Sinodo per l'Amazzonia. Circoli minori: istituire un "rito amazzonico"
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Un mosaico ricco di sfumature il contenuto delle relazioni dei 12 Circoli minori, presentato giovedì pomeriggio all’Assemblea sinodale e, ieri, durante il consueto appuntamento informativo nella Sala stampa vaticana. Un poliedro di attese, riflessioni, proposte, pensieri. Eppure, nella pluralità di posizioni, è possibile individuare un filo rosso che le cuce insieme. Ovunque, nei testi, risuona con forza il grido dell’Amazzonia e delle sue genti, feriti da un sistema che divora terra e popoli, cioè la vita della Creazione. Il dramma emerge con particolare violenza nella regione, ma quest’ultima è anche metafora del mondo. Uno specchio in cui si riflette il volto sfregiato della foresta e degli esseri umani che la abitano.
Ma anche i loro occhi resistenti capaci di irradiare speranza. Come ha precisato padre Giacomo Costa, segretario della Commissione per la comunicazione, è prematuro cercare un progetto unitario nelle relazioni: il processo sinodale è giunto ai tre quarti del percorso, «ma siamo ancora in cammino». Si possono, tuttavia, sottolineare alcune linee guide.
La totalità dei Circoli ha ribadito l’imperativo per la Chiesa di schierarsi dalla parte dei più deboli, a cominciare dai popoli indigeni contro i quali la violenza assume molte facce: i mega-progetti estrattivi, l’esodo forzato, l’estendersi del narcotraffico, la tratta, i femminicidi, l’annientamento ancestrali. In tale contesto, è stata proposta la creazione di un Osservatorio per i diritti umani (Circolo di lingua portoghese A) o di un Osservatorio socio-ambientale (Circolo spagnolo E). I Circoli spagnoli A e C e quello portoghese A, inoltre, hanno evidenziato il carattere profondamente martiriale della Chiesa amazzonica, chiedendo – nel caso del primo gruppo – «di continuare i processi di beatificazione dei martiri» della regione.
Sul carattere spirituale dell’ecologia integrale ha insistito, in particolare, il Circolo di lingua inglese/francese, «poiché non siamo una Ong», dunque è necessario promuovere uno sguardo sacramentale sul Creato, un attento senso eucaristico nonché uno spirito di vita sobrio e solidale. Qualcuno (gruppo portoghese B) ha affermato l’importanza di riconoscere i «peccati ecologici», includendo nella teologia morale il rispetto per la casa comune. «Non è necessario elaborare un catalogo di peccati – ha spiegato ai giornalisti dom Mario da Silva, vescovo di Roraima –. L’utilizzo innecessario, irresponsabile e insensato delle risorse naturali è sbagliato in quanto danneggia la vita dei fratelli». A tal fine, molte relazioni hanno auspicato la promozione di pratiche di economia solidale e circolare, alternative concrete al modello estrattivista.
Per quanto attiene all’aspetto più ecclesiale, i gruppi, con parole diverse, hanno espresso la necessità di una maggiore formazione sempre più inculturata, di un lavoro vocazione intenso, di una valorizzazione del ruolo dei laici e del rifiuto del clericalismo. Il Circolo italiano B ha caldeggiato la via di «un rito amazzonico che permetta di sviluppare sotto l’aspetto spirituale, teologico, liturgico e disciplinare la ricchezza singolare della Chiesa cattolica in Amazzonia». Esistono già 23 riti differenti: il modello di quello amazzonico – ha sottolineato l'arcivescovo Rino Fisichella, presidente del Pontificio Consiglio per la promozione della nuova evangelizzazione – potrebbe essere quello delle Chiese orientali, il quale potrebbe prevedere anche un sacerdozio uxorato. Su quest’ultimo tema, le posizioni sono estremamente variegate: il gruppo italiano A ha evidenziato al suo interno voci pro e contro e ha proposto un Sinodo universale sul celibato; i Circoli portoghesi A e B e quelli spagnoli B e C hanno profilato l’ordinazione sacerdotale di anziani sposati; gli altri hanno chiesto approfondimenti.
Anche sul ruolo delle donne, vi è un caleidoscopio di ipotesi. Tutti i gruppi concordano sulla valorizzazione del volto femminile della Chiesa. Alcuni – Circolo italiano A e circolo spagnolo D, con differenze – profilano l’apertura ad esse dei ministeri non ordinati esistenti. Altri – i gruppi portoghesi e quello spagnolo C– propendono per il diaconato femminile; il gruppo spagnolo B ha chiesto ulteriori studi al riguardo e quello A un Sinodo ad hoc sulla donna. Le relazioni, però, guardano anche al post-Assemblea, con la costituzione di un organismo apposito (Circolo spagnolo E) o di una Conferenza episcopale amazzonica (Circoli portoghese A e spagnolo D).