VESCOVI A ROMA. Sinodo, la famiglia soggetto della nuova evangelizzazione
Riferendo su quanto emerso nel proprio “circolo” di lingua italiana, il presidente del Pontificio Consiglio per la nuova evangelizzazione, l’arcivescovo Rino Fisichella, ha sottolineato che «il processo culturale di secolarizzazione è particolarmente marcato e merita di essere considerato sia per le sfide che pone alla Chiesa sotto il profilo culturale, sia come opportunità offerta al credente per rinnovare le proprie categorie spirituali e culturali». A proposito dei catechisti e della richiesta di istituire un ministero istituzionalizzato, Fisichella ha osservato come ciò «sia da escludere », in quanto «un tale ministero creerebbe più problemi di quanti potrebbe risolverne». Riguardo ai protagonisti della nuova evangelizzazione, riferendo sul proprio gruppo di lavoro Bruno Forte, arcivescovo di Chieti-Vasto, ha sottolineato come «ogni battezzato sia per vocazione e missione protagonista della nuova evangelizzazione». Ciò avviene «particolarmente nella realtà della la parrocchia, attraverso l’importante azione educativa dell’Azione cattolica e i carismi suscitati dallo Spirito Santo nelle nuove aggregazioni ecclesiali». I cristiani laici, però, «hanno un compito decisivo nel testimoniare la loro fede nel complesso rapporto con le realtà secolari in cui operano. In particolare, la famiglia nel suo insieme è protagonista decisiva della trasmissione della fede», e «in questo ambito va riconosciuto il ruolo importante che le donne hanno avuto e hanno nella trasmissione della fede cristiana».
Sul tema dei carismi è intervento anche il presidente del Rinnovamento dello Spirito, Salvatore Martinez, invitato come auditore al Sinodo, il quale ha osservato che «la madre di tutte le crisi che soffriamo è spirituale, dentro e fuori la Chiesa. Una crisi che deve essere letta, affrontata e vinta primariamente nell’ordine soprannaturale, prima che culturale, sociale, economico. Sarà nuova evangelizzazione se, mediante l’unzione profetica dello Spirito Santo, sapremo ridare all’uomo l’umano e ancora all’uomo il divino, così come alle nostre società neopagane una nuova "etica delle virtù"». Tra gli ultimi interventi in aula, da ricordare quello inviato per iscritto dal cardinale Giuseppe Versaldi, presidente della Prefettura vaticana degli Affari economici, il quale ha sottolineato che quando nella Chiesa si commettono «errori» nell’amministrazione del denaro e delle proprietà materiali, prima di tutto deve valere «la presunzione di buona intenzione e di onestà », finché non sia «dimostrato il contrario», anziché la «facile accusa di interesse o di potere personale », per cui «prima della denuncia all’autorità» si deve dare «la possibilità di ravvedimento e riparazione».