Al Sinodo. Il cardinale Marx: «Più donne nella Chiesa nei ruoli che contano»
Il Papa lascia la sessione mattutina del Sinodo (Ansa)
La sofferenza dei cristiani perseguitati, gli abusi, il ruolo della donne nella Chiesa. Sono alcuni dei temi che stanno suscitando maggiore dibattito durante il Sinodo dei giovani, in corso in Vaticano.
Particolarmente applaudita, e commovente, la testimonianza di un giovane dentista iracheno, Sala Al-Abbia, 26enne membro della Chiesa caldea che partecipa all’Assemblea come uditore. «La sfida principale che devono fronteggiare i giovani in Iraq è la pace e la stabilità e il loro diritto a vivere con dignità». E a conferma della sua riflessione, Al-Abbia ha elencato le cifre di un vero e proprio martirio: più di 1.224 cristiani uccisi, metà dei quali ragazzi. E questo senza contare l’assassinio di padre Ragheed e del vescovo Raho, le azioni terroristiche e i rapimenti durante l’invasione della piana di Mosul e Ninive da parte del Daesh che hanno portato all’espulsione di 120mila cristiani una sola notte. In questo contesto, ha fatto notare Al-Abbia, i giovani pensano che «l’unica soluzione sia l’emigrazione, a causa della quale il numero dei cristiani iracheni è passato da un milione e mezzo nel 2003 a 400mila negli anni più recenti».
Sulla presenza femminile si è concentrato invece il cardinale Reinhard Marx, presidente dei vescovi tedeschi secondo cui «bisogna superare l’impressione che quando si tratta di potere, la Chiesa in definitiva sia una comunità di maschi». È giunto il momento di cambiare rotta. E a suggello di questo proposito Marx ha citato il caso della Germania dove dal 2013 i vescovi hanno deciso di «aumentare significativamente la proporzione di donne nei ruoli di responsabilità che nella Chiesa sono accessibili a tutti i laici», di approfondire sul piano pastorale e teologico «la partecipazione femminile» e infine di «promuovere una pastorale attenta alla differenza di genere nella teologia e nella pratica». «Le donne in posizioni di responsabilità – osserva Marx – hanno un ruolo decisivo nello spezzare i circoli clericali chiusi».
Intanto sono destinate a far discutere, dentro e fuori il Sinodo, le dichiarazioni del nuovo superiore dei lefebvriani, l’italiano Davide Pagliarani che ribadisce il rifiuto di accettare il Vaticano II «come un Concilio simile agli altri». Noi – sottolinea il Superiore generale della Fraternità San Pio X sul sito ufficiale della comunità – «ne mettiamo in discussione l’autorità». Il Concilio – aggiunge – «veicola uno spirito, una dottrina, un modo di concepire la Chiesa che costituiscono un ostacolo alla santificazione delle anime e i cui risultati drammatici sono sotto gli occhi di tutti gli uomini intellettualmente onesti, di tutte le persone di buona volontà».