«Sono contento in primo luogo per gli oltre due milioni di pellegrini giunti a Torino durante l’Ostensione, ma non è questa la prima ragione di soddisfazione. Ho avuto in questi giorni la percezione chiara che il Signore parlava al cuore di questa gente, sia alle persone di fede sia ai pellegrini giunti dinanzi alla Sindone in cerca di risposte. Chi è venuto ha trovato accoglienza e disponibilità e spero che possano ritornare a casa "avvolti" dalla Sindone, simbolo dell’amore di Dio». È il primo bilancio che ieri mattina l’arcivescovo di Torino, il cardinale Severino Poletto, custode pontificio della Sindone, ha espresso nella conferenza stampa di chiusura dell’Ostensione, nel Seminario Metropolitano di Torino.Un incontro che ha ripercorso i 44 giorni di Ostensione in cui sono sfilati di fronte al Telo 2.113.128 pellegrini provenienti da tutto il mondo – circa 130 mila gli stranieri – anche dai Paesi più lontani come lo Sri Lanka (con 38 pellegrini prenotati), la Malaysia (234 prenotazioni), l’Australia (426 prenotazioni). Un’Ostensione che ha avuto come protagoniste soprattutto le diocesi italiane e i gruppi delle province del Nord Italia. Tra le regioni più rappresentate: al primo posto il Piemonte con 766.388 prenotati, seguito da Lombardia con 340.465 pellegrini (il 20,47% degli italiani), 87.497 dal Lazio (il 5,26% degli italiani), 81.917 dal Veneto (4,92%), 71.101 dall’Emilia Romagna (4,27%) e 62.721 dalla Toscana (3,77%).Tra le province più rappresentate: Torino con 620.543 pellegrini (37,32%) e Milano con 172.622 (10,38%). Seguono Roma con 69.903 (4,20%) e Cuneo con 62.731 (3,77%). Dalla provincia di Brescia si sono prenotati in 33.888 (2,03%), in 30.446 da Varese (1,83%), 28.136 da Bergamo (1,69%) e 23.889 da Napoli (1,43%). Un’Ostensione che con il motto «Passio Christi passio hominis» ha puntato sull’attenzione alla dimensione spirituale: «La Sindone – ha proseguito il cardinale Poletto – ci ha offerto l’opportunità di rilanciare la fede in un tempo di smarrimento e di nebbia spirituale, riconciliandoci nella parola di Dio». E con la visita del Papa il 2 maggio scorso «ci ha arricchito ulteriormente grazie alle sue riflessioni, così che sicuramente chi è venuto alla Sindone è tornato a casa più ricco di fede e di speranza».Positiva anche la collaborazione tra le istituzioni locali, Comune, Provincia di Torino e Regione Piemonte, che con l’arcidiocesi di Torino, attraverso il Comitato hanno contribuito, come ha sottolineato Fiorenzo Alfieri, presidente del Comitato, «a dare fiducia e respiro alla città. Come per le Olimpiadi, i torinesi sono stati contenti di essere scoperti, e si sono messi a disposizione delle migliaia di pellegrini giunti durante questi giorni in città».Tra gli altri dati raccolti in sei settimane di Ostensione e presentati dal direttore del Comitato per l’Ostensione della Sindone, Maurizio Baradello, la rilevante presenza dei giovani – oltre 5.000 quelli accolti al Villaggio allestito presso il Seminario minore – e la partecipazione degli ammalati: «39.800 le persone disabili, malate, cieche e ipovedenti che hanno visitato la Sindone dall’inizio dell’Ostensione ad oggi; 5.400 le carrozzine fornite all’ingresso dei Giardini reale dai volontari». Eloquenti anche i dati relativi ai mezzi di trasporto, bus e automobili, «giunti in città: 15.914 gli autobus arrivati con oltre un milione di passeggeri, 1.217 i pullman dall’estero».
IL PELLEGRINAGGIO DEL SEGRETARIO DI STATOCommosso e grato»: così il cardinale Tarcisio Bertone ha commentato il pellegrinaggio alla Sindone, compiuto ieri sera con un gruppo di familiari. Il segretario di Stato vaticano è a Torino per l’incontro che vede riuniti a Valdocco, da venerdì scorso al 25 maggio i vescovi salesiani di tutto il mondo per riflettere sul tema «Carisma salesiano e ministero episcopale».Ricordando la «grande tradizione di essenzialità e di devozione alla centralità di Cristo» che è propria della Chiesa torinese, il porporato ha sottolineato il significato di un’Ostensione che, ha osservato, è stata «capace di portare migliaia di pellegrini a vivere sentimenti di contemplazione e preghiera verso la Passione del Signore». Dopo aver sostato di fronte alla tomba del beato Pier Giorgio Frassati, nella navata sinistra della Cattedrale, Bertone si è fermato a lungo in preghiera di fronte al Telo: «Ho pregato – ha detto – per tutta la Chiesa fedele, la Chiesa sofferente, coloro che resistono alle tentazioni e per i giovani che sono i destinatari del nostro annuncio e la linfa del nostro futuro». Un richiamo ai giovani che nel Piemonte hanno numerosi esempi di santità, anche tra i coetanei «come il Frassati di cui tanto ho sentito parlare quando studiavo al liceo Valsalice di Torino, e Chiara Badano che verrà beatificata a settembre». Giovani che hanno fatto sentire il loro calore a Benedetto XVI il 2 maggio scorso: «il Papa – ha concluso il segretario di Stato – è stato molto contento della visita e, oltre alla contemplazione della Sindone, il momento che più lo ha toccato è stato l’incontro con i sofferenti al Cottolengo dove ha davvero sentito la gioia, l’entusiasmo il calore di tanti ammalati». In mattinata anche il rettor maggiore dei salesiani don Pascual Chavez Villanueva, rivolgendosi ai 98 vescovi della Congregazione che hanno partecipato alla Messa alle 7 in Duomo, aveva richiamato con commozione il significato della Sindone. «La sacra Sindone ci si presenta come un documento fotografico, dotato di un positivo e di un negativo. E in effetti è proprio così: il mistero più oscuro della fede è nello stesso tempo il segno più luminoso di una speranza che non ha confini. Il Sabato Santo è "terra di nessuno", tra la morte e la risurrezione ma in questa "terra di nessuno" è entrato l’Unico, che l’ha attraversata con i segni della sua Passione per l’uomo: "Passio Christi passio hominis". E la Sindone ci parla esattamente di quel momento, di quel mistero d’amore insondabile». Alla celebrazione erano presenti anche i cardinali salesiani Joseph Zen, Óscar Andrés Rodríguez Maradiaga, Raffaele Farina e l’arcivescovo di Torino, cardinale Severino Poletto. «Oggi – ha concluso don Chavez – ho contemplato la Sindone per la prima volta ed è stata una profonda emozione. Avevo visto tante foto, ma guardandola qui si percepisce davvero il grande amore con cui Gesù ci ha amato».