Chiesa

Vaticano. Si accende l'albero di Natale in piazza San Pietro

Enrico Lenzi sabato 7 dicembre 2024

L'albero di Natale e il presepe in piazza San Pietro

Il presepe e l'albero di Natale di piazza San Pietro sono stati solennemente inaugurati questa sera, alla presenza dei responsabili del Governatorato della Città del Vaticano e delle delegazioni che hanno donato l’albero (un imponente abete rosso di 29 metri d’altezza, tagliato nel rispetto dei principi ecologici del ricambio naturale del bosco offerto dalla comunità trentina di Ledro) e il presepe (rappresentante un pezzo della laguna di Grado a nome della regione Friuli Venezia-Giulia) con le autorità cittadine e regionali, oltre ai vescovi locali (l’arcivescovo di Trento Lauro Tisi e l’arcivescovo di Gorizia Carlo Roberto Maria Redaelli). La cerimonia è stata accompagnata anche da musiche eseguite dalla banda vaticana e dai paesi donatori.

Il cardinale Fernando Vérgas Alzaga, presidente del Governatorato ha voluto ringraziare i donatori, sottolineando come quest’anno il presepe e l’albero saranno sicuramente visti da molti più fedeli richiamati a Roma nei giorni di Natale quando sarà aperta la Porta Santa nella notte tra il 24 e il 25 dicembre, che sarà l’inizio dell’Anno Santo 2025.

In mattinata il Papa ha ricevuto in udienza le delegazioni di donatori del presepe, da Grado, e dell’albero di Natale, da Trento, assieme a una rappresentanza dalla Palestina.

«Saluto la delegazione di Grado, dal cui territorio proviene la rappresentazione della Natività posta al centro della Piazza, e quella di Ledro, dai cui boschi è giunto l’imponente abete rosso che vi campeggia con i suoi 29 metri di altezza - ha detto il Pontefice -; come pure la rappresentanza dell’Ambasciata dello Stato di Palestina, la martoriata Palestina, che è venuta a presentare, per conto della Città di Betlemme, questa “Natività”, realizzata dagli artigiani di Betlemme. Rivolgo un cordiale benvenuto alle Autorità civili ed ecclesiali presenti, in particolare ai Rappresentanti Speciali del Presidente di Palestina Signor Mahmoud Abbas – è venuto parecchie volte qui –, al Presidente del Consiglio Regionale del Friuli Venezia Giulia e al Presidente della Provincia di Trento, all’Arcivescovo di Gorizia, ai Sindaci di Grado e di Ledro».

Francesco poi si è soffermato sui due simboli che rimarranno in piazza San Pietro per tutto il periodo natalizio: «Colpisce la maestosa solennità dell’albero - ha detto il Pontefice -. Esso, tagliato nel rispetto dei principi ecologici del ricambio naturale del bosco, porta i segni di molti anni, le numerose stratificazioni del tronco massiccio, le vecchie che hanno dato vita alle giovani, le giovani che hanno avvolto e protetto le vecchie, tutte che salgono insieme verso l’alto. Può essere una bella immagine della Chiesa, popolo e corpo, da cui la luce di Cristo si diffonde nel mondo proprio grazie al succedersi di generazioni di credenti che si stringono attorno all’unica origine, Gesù: le antiche hanno dato vita alle giovani, le giovani abbracciano e proteggono le antiche, in missione nel mondo e in cammino verso il Cielo. Così va avanti il santo Popolo fedele di Dio».

E poi, commentando il significato del presepe, Francesco ha notato: «All’ombra del grande abete, poi, il Presepe riproduce un “casone” della Laguna gradese, una di quelle case di pescatori che venivano costruite con fango e canne e dove gli abitanti delle “mote”, le piccole isolette lagunari, condividevano, durante il duro lavoro della pesca, le gioie e i dolori della vita di ogni giorno. Anche questo simbolo ci parla del Natale, in cui Dio si fa uomo per aver parte fino in fondo alla nostra povertà, venendo a costruire il suo Regno sulla terra non con mezzi potenti, ma attraverso le deboli risorse della nostra umanità, purificate e fortificate dalla sua grazia».

«Circa il Presepe - ha proseguito il Papa -, c’è un altro segno che vorrei evidenziare: i “casoni” sono circondati dall’acqua e per andarci ci vuole la “batela”, la tipica imbarcazione a fondo piatto che permette di spostarsi sui fondali bassi. E anche per giungere a Gesù ci vuole una barca: la Chiesa è la barca. Non lo si raggiunge “in solitaria” – mai – lo si raggiunge insieme, in comunità, su quel piccolo-grande battello che Pietro continua a guidare e a bordo del quale, stringendosi un po’, c’è sempre posto per tutti. Nella Chiesa sempre c’è posto per tutti. Qualcuno può dire: “Ma per i peccatori?”. Questi sono i primi, sono i privilegiati, perché Gesù è venuto per i peccatori, per tutti noi, non per i santi. Per tutti. Non dimenticatevi questo. Tutti, tutti, tutti dentro».

Poi lo sguardo è andato alla Terra Santa: «Guardiamo, infine, ai Presepi di Betlemme, costruiti nella Terra dove il Figlio di Dio è nato. Sono diversi tra loro, ma tutti recano lo stesso messaggio di pace e di amore che ci ha lasciato Gesù. Davanti ad essi, ricordiamo i fratelli e le sorelle che, invece, proprio là e in altre parti del mondo, soffrono per il dramma della guerra. Con le lacrime agli occhi eleviamo la nostra preghiera per la pace. Fratelli e sorelle, basta guerre, basta violenze! Voi sapete che uno degli investimenti che dà più reddito qui è nella fabbrica delle armi? Guadagnare per uccidere. Ma come mai? Basta guerre! Sia pace in tutto il mondo e per tutti gli uomini, che Dio ama (cfr Lc 2,14)!».