Settimane della misericordia. Vacanze gratis per i poveri nelle strutture religiose
Il rifugio Pieve La Sassaia ad Arezzo
Soggiorni gratuiti in eremi, monasteri, case per ferie, ostelli, case alpine... Destinatari, i meno abbienti: famiglie e singoli che non avrebbero potuto godere di un periodo di vacanza e che sono stati ospitati con tutti gli onori. È questa l'«Ospitalità misericordiosa» che per tutta la durata dell’Anno Santo ha offerto ai meno fortunati un totale di 27.201 notti in 51 strutture su tutto il territorio nazionale. Il progetto si è appena concluso, ma Associazione Ospitalità religiosa italiana, che cura l’iniziativa, lancia già il nuovo progetto delle Settimane della Misericordia.
La fantasia della carità
“Il Pontefice sollecita alla misericordia affinché le iniziative non terminino con il Giubileo ma continuino come gesto caritatevole imprescindibile dall’essere cristiani. E la ‘fantasia della carità’ più volte da lui citata, ci porta a proporre questo nuovo progetto che, in parte, ricalca quello dell’‘Ospitalità Misericordiosa’ – racconta al Sir Fabio Rocchi, presidente dell’Associazione Ospitalità religiosa italiana -. Le strutture religiose di ospitalità e quelle laiche di settore metteranno gratuitamente a disposizione una camera, da maggio a novembre 2017.
Come funziona
L’accoglienza gratuita da parte delle strutture sarà standardizzata in settimane, dal sabato al sabato o dalla domenica alla domenica, da maggio a ottobre 2017. Ogni struttura potrà scegliere se aderire con una o più settimane, indicando le date precise, il numero dei posti letto che mette a disposizione, il tipo di trattamento (pernottamento e colazione, mezza pensione, pensione intera). Così anche per diocesi e parrocchie, garanti dei non abbienti, sarà più semplice individuare la soluzione da proporre ai loro assistiti. Il tutto sarà regolato da un “disciplinare” che chiarirà a tutti i protagonisti dell’iniziativa i dettagli, i termini, le condizioni e le responsabilità. Fondamentale, come nell'anno appena passato, sarà l’apporto delle parrocchie, delle diocesi e delle istituzioni religiose. Saranno loro che dovranno segnalare le persone e richiedere alle strutture la disponibilità: famiglie numerose mono o senza reddito, genitori singoli con figli a carico, pensionati con un reddito insufficiente, adulti rimasti senza lavoro; persone che in ogni caso non potrebbero permettersi un soggiorno a pagamento”.