Chiesa

46° SETTIMANA SOCIALE. Cambiare si può cambiare si deve

lunedì 18 ottobre 2010
La ricerca «del bene comune» deve sempre costituire «il riferimento sicuro» per l'impegno dei cattolici nella società e nella politica. È il richiamo pronunciato da Benedetto XVI al momento della recita dell'Angelus in Piazza San Pietro, al termine della solenne messa per la canonizzazione di sei nuovi santi. «Pensando all'Italia - ha detto il Papa -, mi preme ricordare che oggi a Reggio Calabria, si conclude la 46à Settimana sociale dei Cattolici italiani, che ha tracciato un "agenda di speranza" per il futuro del Paese». Il Papa ha quindi rivolto «un cordiale saluto» ai convegnisti di Reggio Calabria, collegati in diretta, ed ha auspicato che la ricerca del «bene comune costituisca sempre il riferimento sicuro per l'impegno dei cattolici nell'azione sociale e politica».Politica, educazione, immigrazione, lavoro, sviluppo: sono alcuni dei temi al centro delle sessioni tematiche, i cui contenuti sono stati illustrati il 17 ottobre, nella giornata conclusiva della 46a Settimana sociale dei cattolici italiani che si è svolta a Reggio Calabria. Completare la transizione politica. “Completare la transizione politico-istituzionale con tutti, senza lasciare ‘al di qua’ nessuno, senza lasciare indietro i poveri, i giovani, i non qualificati”: lo ha dettoLucia Fronza Crepaz, del Movimento per l’Unità dei Focolari, coordinatrice dell’assemblea tematica su “Completare la transizione”. Fronza ha richiamato la proposta di don Sturzo di cambiare l’art. 49 della Costituzione per fare dei partiti delle “associazioni di diritto pubblico”. Fronza ha poi ricordato l’auspicio che “si torni a dare all’elettore un reale potere di scelta di indirizzo e di controllo sull’eletto, come cuore della democrazia”. Tra le modifiche chieste sui temi politico-istituzionali, Fronza ha richiamato quella “sul numero dei mandati, sulla ineleggibilità di chi ha problemi con la giustizia, di una maggiore ‘gratuità’ nell’impegno politico”. L’assemblea, inoltre, non tace sui rischi del federalismo ma condivide la visione che esso costituisca “una grande chance se vissuto davvero come opportunità di nuova unione e non di una nuova frattura ancor più insanabile tra nord e sud”. Coniugare crescita e solidarietà. Elaborare “un modello di sviluppo in cui coniugare crescita e solidarietà”. E’ uno dei suggerimenti emersi dall’area tematica su “slegare la mobilità sociale”, i cui partecipanti – ha riferito Franco Miano, presidente dell’Azione Cattolica italiana – si sono dimostrati “particolarmente attenti alle dinamiche nuove della vita sociale”. “L’università è il luogo e tempo decisivo per favorire la mobilità sociale”, è stato detto dai partecipanti, che hanno esortato a “prendersi cura dell’università italiana per sostenere con forza il suo contributo alla crescita del Paese, anche attraverso una diversa interazione con il territorio”. Di qui la necessità di “ripensare all’idea stessa di università a partire dal sistema Paese”, potenziando “il legame tra scuola e università” e lavorando di più “perché diminuisca la distanza tra scuola e lavoro”. Cambiare la legge sulla cittadinanza. “La paura dello straniero, il rifiuto ed i pregiudizi non possono trovare casa nella comunità ecclesiale che anche attraverso i suoi pastori è chiamata ad un di più di accoglienza, di rispetto e di condivisione. Il riconoscimento della dignità della vita del migrante è l’esplicita declinazione di un valore non negoziabile e premessa indispensabile per la costruzione di un bene comune”. È la riflessione di Andrea Olivero, presidente nazionale delle Acli, intervenuto alle sessione tematica sul tema “Includere le nuove presenze”. Olivero ha ribadito la necessità di “cambiare la legge sulla cittadinanza con particolare riferimento agli oltre 600 mila minori nati in Italia e figli di stranieri”, riducendo “ i tempi, la discrezionalità e l’eccessiva e pericolosa burocrazia”. Inoltre, si avverte “la necessità di predisporre specifici percorsi per l’inclusione e l’esercizio della cittadinanza: diritto di voto almeno alle elezioni amministrative, servizio civile, coinvolgimento nelle associazioni ecclesiali e nelle aggregazioni giovanili”. L’identikit dell’educatore cattolico. “Persone solide, credibili, autorevoli, significative”, che possano essere “un riferimento concreto e incisivo sia per i ragazzi, sia per gli altri adulti”. E’ l’identikit dell’educatore cattolico, così come è stato delineato nella sessione tematica su “Educare per crescere”. A parlarne è stata Paola Stroppiana, presidente del Comitato nazionale dell’Agesci. E’ stata auspicata la presenza di percorsi di “sostegno alla genitorialità” per padri e madri ed è stata ribadita “l’importanza della funzione pubblica della scuola, sia statale che paritaria”, il cui “ruolo insostituibile” nell’educazione dei giovani richiede di “investire tutte le risorse disponibili”. “Creare occasioni di incontri” tra le associazioni ecclesiali, “rilanciare” le scuole di formazione alla politica, dare più importanza ai media come “luogo educativo informale che permea la nostra società, sia per la fascia giovanile che per la fascia adulta”: queste altre proposte dei partecipanti, che hanno chiesto anche per i giovani “spazi educativi di cittadinanza attiva”. No all’evasione fiscale. “Una chiara condanna del fenomeno dell’evasione fiscale", che si conferma "un macigno che pesa sulla crescita e condiziona il cammino dello sviluppo dell’intera società": questo uno dei pensieri centrali dell’intervento di Carlo Costalli, presidente del Movimento Cristiano Lavoratori, che ha sintetizzato i lavori della sessione tematica sull’"intraprendere". Circa l’evasione fiscale, dall’assemblea dei delegati è venuta "la richiesta all’intera Chiesa di un intervento più incisivo su questa materia". Un altro aspetto che Costalli ha particolarmente evidenziato ha riguardato il lavoro, ricordando la "precarietà" in cui si trovano soprattutto i giovani. Ha infine posto l’accento sulla necessità che "il lavoro non contraddica le logiche della famiglia ma le sostenga", auspicando la "riforma dell’intero sistema fiscale verso la famiglia e il lavoro" e "rapportando il carico fiscale al numero dei componenti della famiglia stessa".
L'omelia. «Tutto quello che lungo questi giorni é stato offerto, le forti riflessioni consegnate alla coscienza di tutti, le domande che attendono risposta, le proposte decisive che stanno per essere offerte all’intero Paese, acquistano il loro senso e la loro efficacia dentro il grido e il silenzio che diventano preghiera, dentro quella suggestiva icona delle mani alzate dell’eterno orante». Lo ha detto questa mattina mons. Vittorio Mondello, arcivescovo di Reggio Calabria-Bova e presidente della Conferenza episcopale calabra (Cec), durante l’omelia che ha aperto l’ultima giornata della Settimana Sociale. Commentando le letture del giorno mons. Mondello ha spiegato che «le pagine del perenne conflitto con il male che cambia volto, l’Amalék di ogni pagina nuova della storia: e l’inesorabile certezza che ogni ostacolo al bene – al progresso, alla giustizia, alla legalità, al cammino delle idee… - mentre devono essere combattute dalla società con i mezzi che le sono propri, appellandosi alla Costituzione e alla leggi della civile convivenza, troveranno la loro sicura sconfitta solo se – in cima al colle del silenzio – gli oranti, che si alternano, avranno la forza di levare le mani nella gioia della perenne preghiera».