Chiesa

La Settimana Santa: domenica. Domenica di Pasqua. Sì, Cristo è davvero risorto

Riccardo Maccioni venerdì 30 marzo 2018

La Resurrezione di Cristo di Raffaello Sanzio (1483-1520) è un dipinto a olio su tavola conservato nel Museo d’Arte di San Paolo, in Brasile. È datato 1501-1502. Nell’immagine un particolare dell’opera

È Pasqua, la festa più grande, è il giorno della gioia che fa suonare le campane, che riempie il cuore, che fa correre i discepoli al sepolcro vuoto. È l’alba della vita nuova, che vince la morte, della salvezza donata da Dio all’uomo, dell’amore che rovescia le regole del mondo. È la festa del popolo che si mette in cammino dietro il Risorto, della pietra della tristezza e della disperazione fatta rotolare via, del Signore vivo in mezzo alla sua gente. È la vittoria dello stupore e dell’umiltà sull’arroganza del potere e la prepotenza del più forte, è il trionfo dell’amore sul peccato. Sì, Cristo è davvero risorto.

Il dono di padre Turoldo

Pasqua ha naturalmente ispirato tante riflessioni ed espressioni artistiche. Tra le voci più profonde quella di padre David Maria Turoldo che inizia così la sua poesia “Mattino di Pasqua”.

«Io vorrei donare una cosa al Signore,
ma non so che cosa.
Andrò in giro per le strade,
zufolando così
finché gli uomini dicano: “È pazzo!”.
E mi fermerò soprattutto con i bambini
a giocare in periferia.
E poi lascerò un fiore
ad ogni finestra dei poveri.
E saluterò chiunque incontrerò per via,
inchinandomi fino a terra...
E poi suonerò con le mani
le campane della torre,
a più riprese finché non sarò esausto.
E, a chiunque venga, anche al ricco,
dirò: “Siedi pure alla mia mensa!”.
Anche il ricco è un pover’uomo...
E a tutti dirò: “Avete visto il Signore?”.
Ma lo dirò in silenzio, con un sorriso. (....)».

Il teologo che dà voce al Risorto

Assieme all’arte anche la teologia è naturalmente andata alla radice della più importante delle feste cristiane. Il teologo svizzero Hans Urs von Balthasar (1905-1988) in questo passo dà voce a Cristo stesso: «Non sono uno dei risorti; sono la risurrezione. Chi vive in me, chi è in me compreso, è preso da me nel risorgere. Io sono la metamorfosi. Come cambiano pane e vino così cambia il mondo in me. Minuscolo è il grano di senape, ma la sua forza intima non riposa fino a quando non getterà la sua ombra sopra tutti i vegetali del mondo. Così la mia risurrezione non riposerà finché non sia spezzata la tomba dell’ultima anima e le mie forze non siano pervenute sull’ultimo ramo della creazione (....)».