Le percentuali di frequenza raddoppiate (per le classi dell'infanzia addirittura triplicate) negli ultimi vent'anni dimostrano che, malgrado le difficoltà economiche, le
famiglie non italiane hanno fiducia nella scuola cattolica: è una delle conclusioni che emergono dal 18mo rapporto del
Centro studi per la scuola cattolica della Conferenza episcopale italiana, intitolato "A scuola nessuno è straniero" e dedicato al tema dell'intercultura. Il volume - di cui riferiscono l'agenzia Sir e l'Osservatore Romano - verrà presentato il 22 ottobre in occasione della nona Giornata pedagogica della scuola cattolica.Secondo l'indagine, sono
32.157 gli alunni con cittadinanza non italiana registrati nell'anno scolastico 2014-15 nelle 8.526 scuole cattoliche italiane, pari al 4,9 per cento del totale degli studenti (654.931). A fare la parte del leone sono gli istituti per l'infanzia, con 25.922 bambini "stranieri", la maggior parte dei quali (83,5 per cento) però nati in Italia, caratteristica che si aggira intorno al 78 per centonell'insieme degli istituti cattolici di ogni ordine e grado."Siamo lontani dalle percentuali della scuola statale (9,5 per cento) - commenta
Sergio Cicatelli, direttore del Centro studi - ma la distanza è spiegabile con i costi della scuola paritaria difficilmente sostenibili dalle famiglie di immigrati. Finché perdurerà questa mancanza di libertà di scelta educativa è ovvio che gli stranieri si rivolgeranno più facilmente alla scuola pubblica".Gli alunni non italiani si trovano soprattutto in Lombardia (11.243, pari al 35 per cento del totale nazionale), seguita da Veneto (8.075), Emilia-Romagna (2.626), Lazio (2.551) e Piemonte (2.238).
I primi quattro Paesi di provenienza sono, nell'ordine, Romania, Albania, Cina e Marocco.Fra gli allievi non italiani delle scuole paritarie cattoliche
l'1,4 per cento, ossia oltre 400, sono disabili. Un numero basso rispetto alla media dell'intero sistema di istruzione, anch'esso spiegabile con le difficoltà economiche che le scuole, e di conseguenza le famiglie, devono sostenere per assicurare il necessario sostegno ai bambini.Per quanto riguarda l'appartenenza religiosa,
nell'anno scolastico 2013-14 gli alunni non cattolici erano il 4,3 per cento nell'infanzia, l'1,9 alle primarie, l'1,7 alle secondarie di primo grado, il 2,6 alle scuole secondarie di secondo grado, e ben il 30,9 nei centri di formazione professionale di ispirazione cristiana.