Scomunicato il «gruppo» di Gallinaro
«Le iniziative della sedicente
organizzazione pseudo religiosa denominata“Chiesa
cristiana universale della nuova Gerusalemme” sono in assoluta opposizione
alla dottrina cattolica e pertanto nulla hanno a che fare con la grazia della
fede e della salvezza affidate da Gesù Cristo alla Chiesa fondata sulla salda
roccia dell’apostolo Pietro. Si invitano tutti i fedeli al dovere della
vigilanza e del saggio discernimento per evitare ogni forma di coinvolgimento
in tale movimento e si rammenta che i fedeli che aderiscono alla suddetta
sedicente “chiesa” incorrono, a norma del canone 1364 del Codice di diritto canonico,
nella scomunica latae sententiae per
il delitto canonico di scisma».
È quanto afferma in un comunicato ufficiale la
Curia vescovile della diocesi di Sora-Cassino-Aquino-Pontecorvo nei confronti
del gruppo denominato “Bambino Gesù di Gallinaro” o “Nuova Gerusalemme” che il
4 ottobre 2015, con atto notarile, si è costituito in organizzazione pseudo
religiosa con il nome di “Chiesa
cristiana universale della nuova Gerusalemme”. Il comunicato, firmato dai
vicari generali monsignor Antonio Lecce e monsignor Fortunato Tamburrini, è
stato reso noto domenica scorsa e, per disposizione del vescovo Gerardo
Antonazzo, letto in tutte le chiese della diocesi al fine di salvaguardare il
bene superiore della Chiesa e dei singoli fedeli.
La Nota rimarca che il gruppo
in questione «è impegnato a diffondere
in diverse località dottrine falsamente religiose e insegnamenti biblici
distorti ed estranei alla verità dei testi sacri».
Richiamando una Notificazione
della Curia diocesana del 9 ottobre 2001, che prendeva le distanze da ogni approvazione
del suddetto fenomeno religioso, si ribadisce che «la posizione dottrinale di
tale gruppo è dichiaratamente contraria alla fede cattolica, in quanto obbliga
i fedeli a non frequentare i sacramenti, a disapprovare gli insegnamenti e la
stessa autorità del Papa, a non avere relazioni con i sacerdoti e le rispettive
comunità parrocchiali, a trasgredire la disciplina ecclesiastica».
A tutto
questo si è aggiunto «il gravissimo
abuso» della costituzione in nuova organizzazione, palesemente scismatica, «sottoposto
all’esame della Congregazione per la Dottrina della fede, competente in
materia» che ha chiesto alla diocesi di intervenire affinché «tutti i fedeli
siano informati sugli errori dottrinali di tale atto scismatico e sulle
conseguenze disciplinari canoniche che ne derivano».
Allo scopo di sottolineare la
natura medicinale della gravissima sanzione della scomunica, il vescovo Antonazzo, avvalendosi delle sue facoltà, ha concesso a tutti i sacerdoti in servizio
pastorale nella diocesi la facoltà di rimettere in foro interno, all’atto della
celebrazione del sacramento della penitenza, la censura della scomunica latae sententiae a coloro che intendano.