«Dalla Mongolia? Mamma mia!» Esclama in perfetto italiano il cardinale Odilo Scherer mentre stringe la mano a due ragazzi arrivati dall’estrema punta dell’Asia insieme alla Comunità di Sant’Egidio. Il cinese è tra le poche lingue che l’arcivescovo della megalopoli brasiliana non parla. Così rimedia con l’italiano, «perché la comunità di Sant’Egidio mi ricorda Roma». «Honduras? Qué tal?», «California? Oh, so welcome». «E mi raccomando – aggiunge, stavolta, in francese in omaggio ai pellegrini della Normandia – non stancatevi troppo che a Rio ci aspettano giornate intense». Con tutti si ferma per due chiacchiere, un saluto, una foto, una benedizione. E con ognuno scherza. «Scusate per il ritardo: sono rimasto imbottigliato nel traffico. Beh, però, forse è un bene: almeno avete un assaggio della quotidianità paulista…». Dom Odilo - come tutti affettuosamente lo chiamano - è a suo agio fra i giovani. L’incontro con i 150 ragazzi, in rappresentanza dei 10mila venuti a San Paolo per la Settimana missionaria, è una festa. «Sono così vivi… Senza il loro coinvolgimento nella Chiesa, il futuro è compromesso. Quale messaggio vorrei lanciare ai pellegrini? Quello della Giornata: "Andate e fate discepoli in tutte le nazioni". La fede in Gesù ci fa famiglia nella Chiesa, discepoli e missionari. Perché l’amore del Signore non può non essere manifestato, testimoniato, condiviso».
Dom Odilo che cosa significa essere missionari?L’enciclica di papa Francesco e del papa emerito Benedetto lo spiega in modo magistrale. La fede in Dio, in Gesù, nel Vangelo, nel Regno porta a compiere opere che sono espressione di questa fede. Dunque la carità, la solidarietà, la giustizia, l’amore vicendevole, l’impegno sociale forte e costante.
A quest’ultimo proposito ci sono state di recente molte manifestazioni per chiedere maggior attenzione da parte della politica all’ambito sociale, con investimenti nell’istruzione, nella salute, nei trasporti. Che cosa pensa di questo fenomeno che ha coinvolto in particolare i ragazzi?Esprime la voglia di cambiamento dei giovani. Che sono stati in prima fila nelle proteste. Lo vedo come un risveglio della coscienza politica dei ragazzi e in tal senso lo considero positivo. È un bene che i giovani scendano in piazza a manifestare in modo non violento, dimostrando la loro voglia di impegnarsi nella realtà quotidiana e non solo in mondi digitali.
Quali sono le sfide attuali del Brasile e come possono contribuire i giovani cattolici al bene comune?La grande sfida rimane quella di dare condizioni di vita degne a gran parte della popolazione che non ce le ha. In Europa, spesso, si pensa che il problema della povertà in Brasile sia superato, ma non è così. Il prodotto interno lordo è cresciuto. La ricchezza, però, è ancora molto concentrata. E persistono problemi strutturali, come la violenza, l’inazione della giustizia, il degrado delle metropoli. In tale contesto, la Chiesa cerca di fare la sua parte. In modo differente rispetto al periodo della dittatura, quando questa rappresentava la voce della società dinanzi al potere dello Stato. Ora che fortunatamente la democrazia è un dato di fatto e la gente può far sentire la propria voce, la Chiesa agisce dentro la società come una forza viva e operante. Una forza morale, una forza educatrice, una forza di trasformazione delle coscienze. E un sostegno prezioso per gli emarginati, i sofferenti, i più poveri. Il ruolo dei giovani nel portare avanti questo impegno è fondamentale.
A sei anni dalla V Conferenza dell’episcopato latinoamericano, Jorge Mario Bergoglio ora papa Francesco torna ad Aparecida…È certo un segno di devozione del Santo Padre alla nostra patrona. Probabilmente però aver lavorato al documento finale, dedicato proprio alla "nuova evangelizzazione", ha rappresentato un momento molto particolare per il Papa. Che ha deciso di cominciare il viaggio proprio dal Santuario, consacrando la Giornata alla Vergine.
Il Brasile ospiterà il primo viaggio internazionale di papa Francesco. Che cosa rappresenta per il "gigante latinoamericano"?Una grandissima gioia. Il Papa viene, però, per la Giornata mondiale della gioventù, dunque, una manifestazione di carattere internazionale. Che ha implicazioni nazionali ma le trascende. Le sue parole, come sempre, si rivolgeranno al mondo intero.
Che cosa si aspetta che dirà?Quello che ha preparato… Francesco ha una capacità di parlare con le persone e soprattutto i giovani straordinaria. Ci lascerà entusiasti.