La storia. Sarà santo il giovane Nunzio Sulprizio, protettore degli invalidi
Un santo della porta accanto. Un ragazzo dalla fede profonda. Sorridente malgrado la malattia. Devotissimo alla Vergine che sentiva davvero madre. Coraggioso contro la sofferenza malgrado la giovane età. È l’identikit di Nunzio Sulprizio, protettore degli invalidi e delle vittime sul lavoro che sarà proclamato santo il prossimo 14 ottobre, lo stesso giorno di Paolo VI e dell’arcivescovo martire Romero. La data è stata annunciato dal Papa durante il Concistoro ordinario tenutosi questa mattina in Vaticano.
Dalla bottega di fabbro alla santità
Come ha detto qualcuno la storia di Sulprizio sarebbe stata adatta a un racconto di Dickens. Di origini umili e rimasto orfano da piccolo di entrambi i genitori, fu inizialmente cresciuto dalla nonna materna, a sua volta scomparsa quando il ragazzo aveva 9 anni, mentre uno zio lo avviò al mestiere di fabbro nella sua bottega di Pescosansonesco dove Nunzio era nato il 13 aprile 1817. Proprio a causa della pesantezza del lavoro il giovane, di costituzione fragile, si ammalò di una grave patologia ossea.
Per curarsi venne ricoverato in ospedale all’Aquila e poi a Napoli dove viveva uno zio militare che lo fece seguire da un colonnello medico. Le terapie però non riuscirono ad evitargli atroci sofferenze fino all’amputazione della gamba. Morì a diciannove anni il 5 maggio 1836. Malgrado i dolori terribili accettò sempre la malattia con pazienza e fede, tanto che già Leone XIII lo propose come modello per la gioventù operaia. Il ragazzo sarà santo grazie al riconoscimento di un miracolo ottenuto per sua intercessione. «Si tratta della guarigione di un giovane pugliese di Taranto – ha spiegato, felicissimo, l’arcivescovo di Pescara-Penne, Tommaso Valentinetti l’8 giugno scorso quando il Papa ha autorizzato il decreto che riconosceva il carattere prodigioso dell’evento – coinvolto in un grave incidente stradale una decina di anni fa. Le lesioni cerebrali causate dal tragico impatto e i danni permanenti provocati dalla disgrazia, avrebbero dovuto provocare importanti riduzione motorie e invece l’intercessione del beato Nunzio, riconosciuto dal giovane nel sogno, lo ha guarito "inspiegabilmente" per la scienza e "miracolosamente" per la fede».
Un santuario con le "stampelle"
Come detto la fama di santità di Sulprizio si diffuse rapidamente dopo la sua morte, alimentata dal racconto di chi poteva testimoniare il coraggio e la fede con cui aveva affrontato la malattia. Riconosciuto venerabile nel 1859 da Pio IX e proclamato beato da Paolo VI nel 1963, le sue spoglie sono conservate in parte nel santuario eretto a Pescosansonesco presso la fonte di Riparossa, in parte nella chiesa di San Domenico Soriano a Napoli. La tradizione vuole che durante un terremoto che colpì l’Abruzzo la teca con le spoglie del prossimo santo si sia spostata per evitare la caduta di un grosso macigno che l’avrebbe distrutta. Nel santuario di Pescosansonesco vi è una parete piena di stampelle, appartenute a giovani invalidi.
Lo stesso giorno di Paolo VI e Romero
Il nome di Nunzio Sulprizio, invocato come “protettore degli invalidi” ma anche dei malati incurabili e dei precari, va ad allungare la lista dei testimoni della fede che il Papa proclamerà santi il prossimo 14 ottobre. I due nomi più noti sono naturalmente quelli di Paolo VI e dell’arcivescovo martire salvadoregno Oscar Arnulfo Romero. Insieme con loro saranno canonizzati anche due presbiteri italiani: don Francesco Spinelli (1853-1913) sacerdote lombardo fondatore della Congregazione delle Suore Adoratrici del Santissimo Sacramento e don Vincenzo Romano (1751-1831), il «prete degli operai» nato e morto a Torre del Greco, in Campania. Due anche le religiose: la tedesca suor Maria Caterina Kasper (1820- 1898) fondatrice delle Povere Ancelle di Gesù Cristo e suor Nazaria Ignazia di Santa Teresa di Gesù nata in Spagna e morta in Argentina (1889-1943) cui si deve la Congregazione delle Suore “Misioneras Cruzadas de la Iglesia”. La data del 14 ottobre è ancora più significativa perché in pieno Sinodo dei giovani, chiamati a verificare anche ala luce de nuovo santi, il proprio cammino, la propria vocazione.