C’è chi «ha bruciato la vita» per il Signore, dice papa Francesco nell’omelia della Messa di ieri mattina a Casa Santa Marta. E la mente corre ai decreti della Congregazione delle cause dei santi dei quali Bergoglio ha autorizzato la promulgazione il giorno precedente. Sono quelli che riconoscono i miracoli attribuiti all’intercessione di due beati: Lodovico Pavoni, il fondatore dei “frati operai”, e Salomone Leclercq, il martire lasalliano della Rivoluzione francese. Entrambi saranno, quindi, presto santi mentre con il terzo decreto che ha ricevuto il “via libera” pontificio – nell’udienza concessa al cardinale prefetto Angelo Amato – vengono riconosciute le virtù eroiche del frate minore francescano colombiano Rafael Manuel Almansa Riaño che diventa venerabile. Modelli della «gioia dell’annuncio del Vangelo» di cui Francesco parla a Santa Marta. Ed esempi di vite donate «nel servizio, nell’annuncio» e nell’«andare avanti», come i missionari «eroi dell’evangelizzazione dei nostri tempi», al centro della riflessione del Papa nell’Eucaristia di ieri mattina. Ad ispirare l’omelia è il brano degli Atti degli Apostoli che racconta il congedo di Paolo dalla comunità di Mileto. È l’ora di andare a Gerusalemme, è lì che lo Spirito lo conduce. «Credo – osser- va il Papa – che questo brano ci evochi la vita dei nostri missionari» di tutte le epoche. E aggiunge: «Andavano costretti dallo Spirito Santo: una vocazione. Hanno dato la vita giovani: hanno “bruciato” la vita». Francesco li immagina «lontani dalla loro patria, dalla loro famiglia, dai loro cari» e capaci di dire: «Valeva la pena quello che ho fatto». Secondo Bergoglio, «il missionario va senza sapere cosa lo aspetta». Inoltre «sa che non sarà facile la vita». E chiarisce: «L’Europa che ha riempito di missionari altri continenti. E questi se ne andavano senza tornare». Molti sono «anonimi»; altri «martiri», «gloria della nostra Chiesa». Il Papa guarda, poi, ai giovani e rivolge loro un appello a essere docili alla voce dello Spirito e «a bruciare la vita per la cause nobili». Perciò spiega: «Vorrei dire ai ragazzi e alle ragazze di oggi che non si sentono a proprio agio – non sono tanto felice con questa cultura del consumismo, del narcisismo… –: “Ma guardate l’orizzonte! Guardate là, guardate a questi nostri missionari!”. Pregare lo Spirito Santo che vi costringa ad andare lontano. È una parola un po’ dura, ma la vita vale la pena viverla». Fedele alla Parola è stato don Pavoni (1784-1849), il sacerdote bresciano che dedicò la vita all’educazione cristiana e professionale dei ragazzi abbandonati e fondò i Figli di Maria Immacolata. I religiosi, noti come Pavoniani, ne continuano l’opera nel mondo; e tra l’altro, sviluppando un’intuizione del prossimo santo sull’importanza della buona stampa, hanno dato vita e dirigono l’editrice Ancora. Apparteneva ai Fratelli delle Scuole cristiane il francese Salomone Leclercq (1745-1792) – al secolo Guillaume- Nicolas-Louis – che fu ucciso durante la persecuzione contro la Chiesa cattolica, seguita all’abbattimento della monarchia. Nato a Boulogneser- Mer, allo scoppio della Rivoluzione era segretario del superiore generale dell’Istituto, dopo essere stato insegnante, direttore ed economo. Avendo rifiutato di prestare fedeltà alla Costituzione, si trovò a vivere a Parigi in stato di clandestinità. Il 15 agosto 1792 fu arrestato e rinchiuso nel convento dei carmelitani della città, riorganizzato come prigione, con numerosi altri compagni. Il 2 settembre quasi tutti i prigionieri, tra i quali fratel Salomone, furono massacrati a colpi di spada. Venne beatificato il 17 ottobre 1926 da Pio XI con 191 vittime dei massacri del settembre 1792. È stato, invece, cappellano per trent’anni della parrocchia di San Diego a Bogotà il nuovo venerabile Rafael Manuel Almansa Riaño (1840-1927), conosciuto come padre Almansa. Era amato per la sua prossimità alla gente di tutte le classi sociali e, quando morì, sfilarono oltre 100mila persone di fronte alla sua salma.