Vita religiosa. La Comunità Loyola sarà chiusa entro un anno
logo della Comunità Loyola
Il Dicastero per gli Istituti di vita consacrata e le Società di vita apostolica ha deciso di proseguire con il processo di chiusura della Comunità Loyola – fondata a metà degli anni ’80 e approvata canonicamente come comunità religiosa femminile di diritto diocesano nel 1994, nell’arcidiocesi di Lubiana – e ha stabilito che la chiusura dovrà essere completata entro un anno.
A renderlo noto è stato un comunicato pubblicato sul sito dell’arcidiocesi slovena.
«Ieri, 14 dicembre 2023 – si legge nel documento – presenti padre Amedeo Cencini FCC come delegato pontificio e la sua collega suor Marisa Adami SFF e padre Vittorio Papa OFM, è stato presentato il decreto del Dicastero per gli Istituti di vita consacrata e le Società di vita apostolica alle suore della Comunità di Loyola giunte in arcidiocesi e a coloro che si sono collegati online. Nel 2019, in occasione del 25° anniversario delle Costituzioni della Comunità di Loyola, l’arcivescovo di Lubiana, Stanislav Zore OFM, ha visitato la Comunità di Loyola. Al termine della visita, nel febbraio 2020, il competente dicastero romano è stato informato dei risultati.
Dato che la Comunità di Loyola aveva la sua casa generalizia a Roma, il dicastero ha affidato la questione alla diocesi di Roma. È stato nominato un commissario che, dopo diversi colloqui con tutte le suore, ha scritto una relazione finale, che è stata inviata al dicastero nel settembre 2022 tramite la Nunziatura apostolica.
Il 20 ottobre 2023 ha emesso un decreto di scioglimento della Comunità di Loyola a causa di gravi problemi riguardanti l’esercizio dell’autorità e della convivenza comunitaria. Il dicastero ha stabilito che il decreto dovrà essere attuato entro un anno. Siamo invitati a pregare per le suore e per tutti coloro che ad esse sono legati».
La Comunità Loyola conta oggi una quarantina di consacrate, la sua fondatrice è la slovena Ivanka Hosta. Nella sua costituzione e nei suoi inizi ebbe un ruolo fondamentale l’allora giovane gesuita sloveno Marko Ivan Rupnik, accusato poi di plurimi abusi sessuali e psicologici, anche da consacrate della comunità.