Napoli. L'antico affresco di santa Maria della Sanità torna nella cripta restaurata
La cripta restaurata
Accanto al Crocifisso, sull’altare, l’effigie di santa Maria della Sanità, l’affresco paleocristiano, risalente al V secolo dopo Cristo, la testimonianza che lega la Vergine alla basilica nel cuore del quartiere Sanità a Napoli. Ieri, ad aprire il momento di preghiera ecumenica per ricollocare, dopo venticinque anni l’immagine della Madonna nella splendida cripta restaurata, l’orchestra Sanitansamble (il miracolo nel miracolo), ottanta tra bambini, adolescenti e giovani, recuperati grazie alla musica, in un quartiere rinato e riscattato.
Dopo l’esibizione ecco la sacra effigie, dipinta pochi anni dopo quel Concilio che si tenne ad Efeso nel 432, e che ribadì con forza l’unità della Chiesa. Ieri, proprio qui è stata ricollocata, - alla presenza del vescovo ausiliare monsignor Gennaro Acampa, della pastora luterana di Napoli luterana Kirsten Thiele, del sottosegretario alla Cultura Antimo Cesaro e del soprintendente alle Belle arti e al paesaggio Luciano Garella - la Madonna della Sanità, nella cripta anch’essa restaurata.
Alla luce i seicenteschi affreschi di Bernardino Fera, allievo di Francesco Solimena, raffiguranti le storie dei martiri Benedetta, Almachio, Cirilla, Liberato da un lato, e le decapitazioni di Artemio, Fortunato, Ciriaco dall’altro.
L’immagine della Madonna, venerata a partire dalla metà del cinquecento, dapprima nelle catacombe e poi in tutta la città, convinse l’allora vescovo di Napoli Paolo Burali d’Atrezzo ad affidare a fra Nuvolo, noto architetto domenicano dell’epoca, l’edificazione dell’imponente basilica della Sanità che inglobò le catacombe di san Gennaro e san Gaudioso.
Qui nella cripta, intitolata a quel vescovo del Nord Africa, san Gaudioso, naufragato e vissuto nel centro partenopeo fino alla morte, tutto sa di riscatto e speranza. Qui i giovani della Sanità inaugureranno un nuovo percorso dove condurre fedeli e turisti, alla riscoperta di un quartiere dove è possibile lavorare, sperare e vivere.
«Mai come in questi giorni di sbarco siamo fieri di inaugurare una cripta dove donne e uomini in fuga dall’Africa approdarono miracolosamente con barche improvvisate e senza remi – commenta il parroco di santa Maria della Sanità don Antonio Loffredo –. Ci sembra significativo che i nostri giovani raccontino, a chi verrà a visitare le catacombe, la memoria di un santo che rimanda a una storia tanto antica e tanto nuova, fatta più di abbracci che di respingimenti». E tra gli affreschi una nota che riporta all’attualità: restaurato anche l’'Allegoria della morte', che si dice abbia ispirato Totò nella composizione de ’A livella.