Sacro d'autore. Sabato Santo. Péguy e la Passione di Maria
Andrea Mantegna, "Crocifissione"
Sabato Santo è il giorno del silenzio, del raccoglimento, dell’attesa piena di speranza, della Risurrezione. È il giorno di Maria che la tradizione raffigura ai piedi della croce su cui muore il Figlio, abbandonato da tutti. Eppure nell’angoscia della sofferenza e della solitudine, la Madre sa vedere la luce della vita nuova che non tarderà a manifestarsi.
La Madre di fronte alla morte del Figlio
Tanti gli autori che si sono soffermati sul dolore, terribile ma intriso di speranza, della Vergine. Come Charles Péguy (1873-1914) il poeta francese che nella Passione di Maria ricorda la terribile sofferenza di una madre che vede morire il figlio.
«Era una disgrazia troppo grande.
Il suo dolore era troppo grande.
Era un dolore troppo grande.
Non si può avercela col mondo per una disgrazia che oltrepassa il mondo. [...]
Fino a quel giorno era stata la Regina di Beltà.
E non sarebbe più stata, non sarebbe più ridiventata
La Regina di Bellezza che in cielo.
Il giorno della sua morte e della sua assunzione.
Dopo il giorno della sua morte e della sua assunzione.
Eternamente.
Ma oggi diveniva la Regina di Misericordia.
Come sarà nei secoli dei secoli. […]
Lei sapeva quanto soffriva.
Lei sentiva bene quanto male aveva.
Lei aveva male alla sua testa e al suo fianco e alle sue Quattro Piaghe.
E lui in se stesso diceva: Ecco mia madre.
Che cosa ne ho fatto. Ecco cosa ho fatto di mia madre.
Quella povera vecchia. […]
Le aveva fatto fare la sua via crucis, a sua madre.
Da lontano, da vicino.
Lei aveva seguito.
Una via crucis molto più dolorosa della sua.
Perché è molto più doloroso veder soffrire il proprio figlio.
Che soffrire noi stessi.
È molto più doloroso veder morire il proprio figlio.
Che morire noi stessi».