La nomina. Monsignor Ruzza è il nuovo vescovo di Porto Santa Rufina
Il vescovo Ruzza annuncia la nomina
Gianrico Ruzza è il nuovo vescovo di Porto-Santa Rufina. Dopo nove mesi da amministratore apostolico, papa Francesco ha confermato il vescovo di Civitavecchia-Tarquinia alla guida della sede suburbicaria che si estende nel quadrante nord-occidentale della Città metropolitana di Roma. È stato il nuovo pastore a darne comunicazione oggi alle 12 nella Curia vescovile di Porto-Santa Rufina con la lettura della nomina ricevuta dalla nunziatura apostolica. La Santa Sede ha contestualmente comunicato l’unione delle diocesi di Porto-Santa Rufina e di Civitavecchia-Tarquinia in persona episcopi.
L’espressione latina indica che è un unico vescovo a esercitare il ministero episcopale in due o più diocesi, mentre rimangono inalterate le strutture di ciascuna, come ad esempio le Cattedrali, gli uffici di Curia e gli organismi di partecipazione.
«Il cammino intrapreso insieme nei mesi scorsi, dal 5 maggio 2021, ci ha condotti - per volontà di papa Francesco, cui va il mio pensiero di gratitudine e di piena comunione - a questo giorno», ha detto il nuovo vescovo nel messaggio ai fedeli riuniti nell’auditorium a La Storta, tra cui i consultori, i vicari foranei e i direttori degli uffici diocesani. Un saluto di gioia «perché, assumendo la pienezza del ministero pastorale di vescovo tra voi, desidero continuare a valorizzare le tante bellezze e potenzialità che ho potuto scoprire nei mesi scorsi». Tutto sta nel «camminare assieme», che «è la scelta più autentica per rinnovare lo slancio missionario e la passione di annunciare il Vangelo. La stagione del Sinodo ci dà, infatti, la possibilità di entrare nella vita delle persone e di comprenderne le storie».
Il pastore ha rivolto un pensiero affettuoso al vescovo emerito Gino Reali che ha servito la Chiesa portuense per diciannove anni. Ruzza ha raggiunto anche con un «caloroso saluto» sacerdoti, diaconi, religiose e religiosi, laici, famiglie e giovani che esprimono una ricchezza di «carismi e “segni” belli e incoraggianti» con i quali crescere assieme «nella stima reciproca, nell’accoglienza vicendevole, nello stupore condiviso dinanzi alle meraviglie operate dal Signore nelle nostre vite e nel territorio meraviglioso della nostra diocesi».
Una terra ricca di tante tessere «che si ricongiungono in una visione armonica», ha notato Ruzza, caratterizzata ad esempio dall’attenzione sanitaria verso i “piccoli”, con le sedi dell’ospedale Bambino Gesù di Palidoro e Santa Marinella, o dalla «magnificenza» dell’aeroporto Leonardo da Vinci di Fiumicino. I campi coltivati e le spiagge per il tempo del riposo. Come anche le «risorse della ministerialità caritativa e i percorsi di studio delle scuole di formazione teologica e pedagogica», tra le quali l’università Auxilium. «Sono consapevole – ha concluso Ruzza – che veramente mi è affidato un tesoro che desidero servire e custodire con amore e con sincera dedizione».