Chiesa

Route nazionale. Quinta tappa / E nel cammino irrompe la Terra dei fuochi

testo e foto di Antonio M. Mira martedì 5 agosto 2014

Nella route 193 che stiamo seguendo verso San Rossore irrompe la "terra dei fuochi", il suo dramma, ma anche l'amore e l'impegno dei suoi giovani scout. Nella chiesetta del Ss. Salvatore sull'Isola Maggiore un grande lenzuolo bianco lentamente si colora, con lo stile degli street writers, per rappresentare il golfo di Napoli, col Vesuvio e un bel sole. È l'inizio della "storia di coraggio" che i rover e le scolte del clan Afragola 3 hanno portato alla Route nazionale e che lunedì sera hanno presentato agli altri clan. Storia della loro terra, storia della "terra dei fuochi". Coraggio di essere cittadini attraverso la denuncia che i ragazzi campani reccontano con un'intensa e commuovente rappresentazione, con parole e movimenti di danza mentre la canzone di Pino Daniele "Terra mia" inonda la piccola chiesa che ci ospita nel paesino sull'isola del Lago Trasimeno. Un grido di dolore e d'amore quello di questi ragazzi che vanno a coprire di vernice nera il disegno di Napoli come i fumi velenosi dei rifiuti. "Noi i fumi dei roghi li vediamo da casa. E conosciamo bambini morti di tumore", raccontano. Ma non sono stati con le mani in mano. "Abbiamo deciso di raccontare con emozione il nostro dramma ma non ci fermiamo alla denuncia perchè pensiamo sia necessaria una corretta informazione". Conoscono bene l'impegno di Avvenire per la "terra dei fuochi" anche perché da un anno la domenica distribuiscono il giornale. Una forma di autofinanziamento anche per la Route che ha permesso loro anche di conoscere meglio il nostro lavoro. Ed ora, dopo aver contattato il Comune e trovato una buona collaborazione, si danno da fare con un volantino che vuole informare i concittadini su questi problemi. Saranno poi sentinelle del quartiere informando porta a porta sulla raccolta differenziata. E infine adotteranno un piccolo giardino comunale come simbolo delle vittime della "terra dei fuochi". In spirito di servizio che, come vi stiamo raccontando in questo diario della route, è l'impegno della branca rover e scolte. E così sono state vissute anche le attività di autofinanziamento.

Se ad Afragola hanno venduto Avvenire, anche gli altri clan si sono dati da fare. Con impegno e fantasia. I ragazzi dell'Orentano 1 hanno pesato i cocomeri al mercato, hanno fatto i camerieri in divisa scout ai matrimoni di parenti e amici, hanno lavorato per 45 giorni alla sagra della pizza. Lo Zeminiana 1 ha organizzato proiezioni di film per bambini con tè e dolci fatti in casa, ha fatto la raccolta differenziata dei rifiuti alla festa dello sport e realizzato il torneo di "scout ball" al quale partecipano squadre di tutta l'Italia e che ha coinvolto l'intero paese. Il Perugia 5 ha proposto il car wash durante le messe, ha pulito i giardini, imbiancato la casa di riposo, svolto traslochi e altri lavori pesanti. Così alla fine per la Route non hanno pesato quasi niente sulle famiglie. E anche questo è servizio. Ragazzi speciali? Solo impegno e serietà? No. Per tanti versi sono come tutti gli altri ragazzi. Lo abbiamo osservato con attenzione durante la quinta tappa, da Isola Maggiore a Bastia, tappa più leggera e anche ludica e per questo più adatta a far emergere il loro essere "normali". Mentre camminano in fila coi pesanti zaini intonano canti scout ma anche Vasco, Ligabue, Max Pezzali, Rino Gaetano e i rapper napoletani. E si divertono come nella sosta a Monte del Lago messi alla prova, molti per la prima volta, con canoe e barche a vela.

Ma proprio in questa occasione scatta quel di più di questi ragazzi col fazzolettone. Perchè c'è chi si sacrifica per far divertire anche Luigi, il ragazzo disabile dell'Afragola di cui abbiamo scritto nella seconda tappa. E anche Andrea, anche lei ragazza con problemi del clan Orentano. Così con difficoltà e impegno, ma sempre col sorriso, Luigi e Andrea fanno il loro giro in canoa e barca a vela, con un fratello e una sorella scout al fianco. Ragazzi normali ma con quella parola in più così bella e importante: servizio. E con tanta allegria anche nei momenti più difficili. Come quando a Bastia, appena piantate le tende nella base scout, scoppia un tamporale. Si corre a stiparsi in un container e in attesa che spiova si fa catechesi e si canta. Poi fuori a cucinare. Insieme.