Chiesa

La Preghiera in San Pietro. Zuppi e i vescovi: «Maria ci faccia artigiani di pace»

Mimmo Muolo lunedì 20 maggio 2024

I vescovi in processione nella Basilica di San Pietro all'inizio della preghiera per la pace

«La Chiesa è una madre che ama e per questo non può arrendersi alla logica terribile del male che distrugge tutti i ponti perché le persone e le nazioni vivano contro gli altri e senza gli altri». Lo ha detto questa sera, 20 maggio, il cardinale presidente della Cei, Matteo Zuppi presiedendo la preghiera dei vescovi nella Basilica di San Pietro. Un Rosario per la pace. Affinché come ha sottolineato a Tv2000 il segretario generale della Cei, Giuseppe Baturi «i campi di grano tornino a coltivare vita piuttosto che a seminare morte, i bambini possano avere di nuovo un futuro e si ascolti il grido di dolore delle mamme che invocano speranza e futuro per i loro figli e per tutta la società». I vescovi italiani, poco dopo le 21,00 di questa sera, 20 maggio, si sono recati in processione nella Basilica Vaticana per invocare pace a favore di quanti soffrono a causa dei conflitti in corso. In questa maniera, nella giornata inaugurale della 79.ma Assemblea generale della Cei si è dato ascolto all'appello di papa Francesco, che non ha mai smesso di invocare pace per il mondo e di chiedere a tutti intense preghiere in tal senso.

Concludendo la recita del Rosario, Zuppi ha pronunciato un breve pensiero omiletico. «La Chiesa è una madre e porta nel suo cuore quel dolore indicibile delle vittime, delle tante madri che non vogliono essere consolate, perché i loro figli non sono più - ha detto -. Lei è madre e i suoi occhi grondano lacrime. E vedere questa madre che ci porta sotto ogni croce innalzata dalla follia dell'uomo, vedere questa madre che piange e stare con lei aiuta noi a piangere e fare nostro il dolore di chi è colpito dalla violenza, perché diventi invocazione e scelta di essere artigiani di pace».

Maria, ha proseguito il cardinale, «sa che la speranza ha un prezzo perché bisogna contrastare la terribile forza del male che conta interessi enormi, che usa la complicità stolta di tanti e l'inedia di chi rimanda. Maria fa sua la sofferenza, la capisce più di tutti perché la vede con gli occhi di Gesù con gli occhi di questi tanti bambini che giorno e notte invocano la pace con la loro sofferenza e il loro pianto. La dolce insistenza del Rosario ci fa essere a nostra volta insistenti nel cercare la via della pace e nell'affrontare ogni seme di divisione e di odio per ricostruire la famiglia umana - ha sottolineato Zuppi -. Nessuno esiste senza gli altri e se gli altri non ci sono più smettiamo di esistere anche noi. Coloro che hanno il compito di costruire l'architettura della pace abbiano il coraggio di iniziare combattendo l'odio e l'ignoranza e costruendo con la propria vita ponti di solidarietà e comprensione e di amore. Maria regina della pace, prega per noi».

Anche nell'Assemblea straordinaria di novembre 2023, svoltasi ad Assisi, c'era stato un momento analogo nella Basilica di Santa Chiara, poi una fiaccolata per le vie del centro storico e quindi la Messa presieduta dal cardinale presidente della Cei nella Basilica inferiore di San Francesco. All'inizio della giornata l'assemblea si era collegata con il cardinale Pierbattista Pizzaballa, Patriarca di Gerusalemme dei Latini.

I vescovi recitano il Rosario per la pace - Agenzia Romano Siciliani

Lo stesso schema si è in un certo senso ripetuto stasera. E il cardinale Pizzaballa ha inviato un videomessaggio registrato da Gaza. «Grazie per la vostra vicinanza, per le tantissime forme di solidarietà che tutta la Chiesa d’Italia, sta esprimendo alla nostra Chiesa e soprattutto a questa piccola comunità che ho trovato molto colpita, anche concretamente, con diversi morti, ma molto unita e molto forte». «Ho trovato tanto dolore e tanta sofferenza, ma non rabbia né rancore. Questo mi ha colpito - ha detto Pizzaballa -. In certi momenti non si possono risolvere i problemi, ma bisogna esserci. Stiamo facendo tutto il possibile per cercare di aiutare tutti, per venire fuori da questa situazione, perché questo circolo vizioso di violenza si possa interrompere quanto prima”. Quindi il porporato ha concluso esprimendo nuovamente la sua gratitudine al presidente della Cei, per la scelta di recarsi a giugno in Terra Santa. «Grazie – ha concluso - per aiutarci a vivere bene, per quanto possibile, da cristiani, da credenti, ma radicati nella terra e nella vita della gente, questo momento così difficile. Pregate per noi e noi continueremo, per quanto possibile, nonostante tutto, in questa circostanza a pregare e ringraziarvi».

«I vescovi con la Veglia di preghiera per la pace - ha notato a sua volta monsignor Baturi - hanno voluto dare un segno importante. Sulla tomba di Pietro, invocando Maria Regina della pace, hanno voluto chiedere che ci sia pace, finisca la guerra e queste terribili divisioni».