Media Cei. Rosario per l'Italia. Bassetti: l'umiltà è la grandezza di Maria
Un momento della preghiera a Maria
«Fiduciosi chiediamo a Lei, proclamata da san Paolo VI Madre della Chiesa, di stendere il suo manto misericordioso sulle nostre comunità, sulle nostre città, sulle case degli uomini e delle donne di tutto il mondo dove più grandi si mostrano le croci e i dolori». Uno sguardo che ha abbracciato il mondo, quello voluto dal cardinale Gualtiero Bassetti, arcivescovo di Perugia-Città della Pieve e presidente della Conferenza episcopale italiana, che ieri sera ha guidato la tredicesima tappa del Rosario per l’Italia, promosso da Avvenire, Tv2000, InBlu Radio, Sir, Fisc e Corallo d’intesa con la segreteria generale della Cei e trasmesso da Tv2000 e InBlu radio.
Lo ha fatto dal Santuario della Madonna del Bagno a Casalina, frazione di Deruta, in provincia di Perugia, in quello che lo stesso cardinale Bassetti ha definito «il più piccolo che abbiamo in arcidiocesi» e che custodisce «l’icona più piccola e più povera della Vergine con il Figlio, la più minuscola che è dato contemplare: si tratta di un “malandato coccetto”, fondo di una di quelle modeste “tazza del bevere” come si diceva una volta e che i viandanti tenevano nella loro bisaccia. Quel povero coccio di pochi centimetri contiene l’immagine della Madonna con il figlio Gesù». Proprio tutto questo, sottolinea Bassetti nella sua introduzione alla preghiera mariana, «dimostra la vera grandezza della Santa Vergine che è la sua umiltà, la sua povertà, il suo nulla davanti a Dio».
Un Santuario che accoglie anche una delle «comunità di accoglienza presenti in Umbria, che noi chiamiamo comunità segno e accolgono fratelli e sorelle fragili o in necessità, che vivono una forma di vita fraterna sotto la guida del vescovo». Un piccolo segno di umiltà e condivisione che sta producendo grandi frutti.
Uno sguardo al mondo sottolineato anche dalla scelta di utilizzare il Messaggio di papa Francesco alle Pontificie opere missionarie (Pom) per trarre i brani del commento per ognuno dei cinque Misteri gloriosi, che sono stati meditati ieri sera. Una scelta per ribadire un concetto molto caro al Pontefice: la Chiesa in uscita, la Chiesa che è capace di andare nel mondo, di essere presente là dove l’uomo soffre e vivo, come ha sottolineato lo stesso presidente della Conferenza episcopale italiana nella sua introduzione.
Ovviamente non è mancato il ricordo e la preghiera «perché il Padre misericordioso venga in nostro soccorso, ci aiuti in questo tempo di grande sofferenza, con l’umanità che ancora geme per i pericoli dell’epidemia». Ecco proprio una pandemia che ha colpito e continua a colpire il mondo intero senza esclusioni e che ci pone davanti alla constatazione che tutti siamo fragili, proprio quel coccio su cui è disegnata l’icona della Madonna con Gesù. Una preghiera che in tredici settimane ha percorso altrettanti Santuari o Basiliche del nostro Paese. Una preghiera per l’Italia, ma che non ha mai dimenticato che sia una sola famiglia umana. Un pellegrinaggio mariano che ha fatto scoprire anche luoghi poco noti, ma ricchi di una devozione e di una tradizione offerta per una sera a tutto il Paese.