Chiesa

Coronavirus. A Brescia il Rosario che unisce l'Italia. Con le parole di Paolo VI

Enrico Lenzi mercoledì 25 marzo 2020

Il vescovo Tremolada recita il Rosario nel Santuario di Brescia

«Stiamo percorrendo un sentiero che all’improvviso si è inoltrato in una valle oscura. Il dolore, lo smarrimento e l’ansia hanno invaso i nostri ambienti e i nostri giorni». E allora «sentiamo vivo il bisogno di un rifugio sicuro, di una roccia salda, di una mano potente, di un cuore amorevole a cui affidarci». In queste poche parole il significato della recita del Rosario dalla Basilica–Santuario di Santa Maria delle Grazie a Brescia, promossa da Avvenire, Tv2000, InBluradio, Sir, la Federazione dei settimanali cattolici e il circuito radiofonico Corallo, d’intesa con la Segreteria generale della Cei, e trasmessa questa sera alle 21 da Tv2000 e InBluradio.

Smarrimento e affidamento. Ancora una volta sono i due sentimenti che hanno dato vita alla recita del Rosario, guidato dal vescovo di Brescia, Pierantonio Tremolada, da uno dei territori più feriti dalla diffusione del coronavirus. E nell’affidarsi alla Vergine, questa volta «ci sentiamo sostenuti in questa invocazione filiale dalla presenza amica di san Paolo VI, luminosa figura di sapienza e carità, Pontefice della Chiesa universale e figlio amato di questa nostra terra bresciana» è stato sottolineato nell’introduzione al momento di preghiera.

E proprio alla Madonna delle Grazie, Giovanni Battista Montini, futuro Paolo VI, ora santo, è stato devoto per tutta la vita. Ecco allora che la preghiera a Maria, è stata accompagnata proprio dalle parole di san Paolo VI per ognuno dei cinque misteri gaudiosi. Un’occasione anche per riascoltare discorsi, udienze, preghiere che Paolo VI ci ha lasciato in dono sulla figura di Maria, Madre di Dio.

Così nel primo mistero gaudioso – l’annuncio a Maria da parte dell’angelo –, il Pontefice bresciano ci ha ricordato che «in lei si realizzano le promesse della nostra salvezza. In lei si rispecchia la bellezza primigenia con cui Dio aveva concepito l’umanità». Parlando della visita a santa Elisabetta (2° mistero), Paolo VI definisce Maria «la lampada che porta la luce». Nella meditazione sulla nascita di Gesù (3° mistero) il Pontefice santo sottolinea che «dalla maternità virginale di Maria possiamo introdurci alla umanità di Cristo Uomo e Dio». Nel quarto mistero (la presentazione di Gesù al tempio) papa Montini ha invocato la santa famiglia di Nazaret a «insegnarci il raccoglimento, l’interiorità». Infine nel quinto e ultimo mistero gaudioso (il ritrovamento di Gesù nel tempio) il santo Papa parla proprio di Gesù «vertice delle nostre aspirazioni umane».

E se il Rosario è stato accompagnato dalle parole e dalle riflessioni tratte dagli scritti di Paolo VI, proprio a quest’ultimo il vescovo d Brescia Pierantonio Tremolada ha voluto rivolgere una supplica finale «in questo tempo di pandemia». «Sostienici nella lotta, tieni viva la nostra speranza, presenta al Signore della gloria la nostra umile preghiera» ha chiesto il vescovo bresciano al Papa santo.