Chiesa

Coronavirus. Il Rosario unisce gli italiani. Papa Francesco: liberaci dalla pandemia

Francesco Ognibene giovedì 19 marzo 2020

Quarantacinque minuti per ritrovare nella preghiera il senso di quello che ci sta accadendo, di una prova che sembra non aver fine. Il Rosario per l'Italia - trasmesso in diretta da Tv2000 e ospitato dalla chiesa romana di San Giuseppe al Trionfale - ci ha fatto parlare insieme la lingua della fede più semplice e spontanea: quella che davanti al mistero della sofferenza e della fatica inspiegabile che prova la vita si abbandona alla supplica, alla richiesta umile di una grazia, come dono per tutti. Guidato dal segretario generale della Cei monsignor Stefano Russo e animato da alcuni rappresentanti della comunità parrocchiale - tra i quali un medico -, il Rosario è stato recitato dentro la chiesa deserta, nella quale le Ave Marie hanno trovato l'eco della preghiera di tutti quelli - certamente tanti - che si sono si sintonizzati sulla rete televisiva della Chiesa italiana, sul sito di Avvenire o sulla sua pagina Facebook (che hanno rimandato il segnale della diretta insieme ad altri media online).

Un abbraccio consolante nell'invocazione "per non arrenderci alla paura che isola e dispera", come ha detto Russo nella breve introduzione introducendoci all'ascolto del video-messaggio del Papa (del quale qui sotto c'è il testo integrale). Episodi della vita di san Francesco riferiti nelle cronache di Tommaso da Celano, le stesse parole del Poverello, e le intese orazioni di santa Caterina da Siena hanno introdotto i cinque Misteri della Luce (che si contemplano ogni giovedì): il Battesimo nel Giordano, le Nozze di Cana, l'Annuncio del Regno, la Trasfigurazione e l'Eucaristia. Per ogni mistero, un'intenzione proposta da monsignor Russo: le famiglie, gli operatori sanitari, i malati, i governanti e i ricercatori, infine il Papa, i sacerdoti, la Chiesa, i battezzati e le persone di buona volontà. Una preghiera universale, nella quale l'Italia ha potuto rispecchiarsi in quella stessa radice cristiana che in questi giorni traspare nel prodigarsi di tanti, senza risparmio, nel responsabile rinunciare a molto di sé per l'interesse di tutti, nella speranza di una luce che ci attende, certa, oltre il quotidiano bollettino di una traversata del deserto inimmaginabile sino a pochi giorni fa. Per questo c'è una Madre che ci abbraccia, e Giuseppe il Custode che protegge e guida tutta la famiglia umana verso una casa sicura.

Ecco il testo del videomessaggio del Papa.
Cari fratelli e sorelle,

mi unisco alla preghiera che la Conferenza Episcopale ha voluto promuovere, quale segno di unità per l’intero Paese.

In questa situazione inedita, in cui tutto sembra vacillare, aiutiamoci a restare saldi in ciò che conta davvero. È un’indicazione di cammino che ritrovo in tante lettere dei vostri Pastori che, nel condividere un momento così drammatico, cercano di sostenere con la loro parola la vostra speranza e la vostra fede.

La preghiera del Rosario è la preghiera degli umili e dei santi che, nei suoi misteri, con Maria contemplano la vita di Gesù, volto misericordioso del Padre. E quanto bisogno abbiamo tutti di essere davvero consolati, di sentirci avvolti dalla sua presenza d’amore!

La verità di questa esperienza si misura nella relazione con gli altri, che in questo momento coincidono con i familiari più stretti: facciamoci prossimo l’uno dell’altro, esercitando noi per primi la carità, la comprensione, la pazienza, il perdono.

Per necessità i nostri spazi possono essersi ristretti alle pareti di casa, ma abbiate un cuore più grande, dove l’altro possa sempre trovare disponibilità e accoglienza.

Questa sera preghiamo uniti, affidandoci all’intercessione di San Giuseppe, Custode della Sacra Famiglia, Custode di ogni nostra famiglia. Anche il falegname di Nazareth ha conosciuto la precarietà e l’amarezza, la preoccupazione per il domani; ma ha saputo camminare al buio di certi momenti, lasciandosi guidare sempre senza riserve dalla volontà di Dio.

Proteggi, Santo Custode, questo nostro Paese.

Illumina i responsabili del bene comune, perché sappiano – come te – prendersi cura delle persone affidate alla loro responsabilità.

Dona l’intelligenza della scienza a quanti ricercano mezzi adeguati per la salute e il bene fisico dei fratelli.

Sostieni chi si spende per i bisognosi: i volontari, gli infermieri, i medici, che sono in prima linea nel curare i malati, anche a costo della propria incolumità.

Benedici, San Giuseppe, la Chiesa: a partire dai suoi ministri, rendila segno e strumento della tua luce e della tua bontà.

Accompagna, San Giuseppe, le famiglie: con il tuo silenzio orante, costruisci l’armonia tra i genitori e i figli, in modo particolare i più piccoli.

Preserva gli anziani dalla solitudine: fa’ che nessuno sia lasciato nella disperazione dell’abbandono e dello scoraggiamento.

Consola chi è più fragile, incoraggia chi vacilla, intercedi per i poveri.

Con la Vergine Madre, supplica il Signore perché liberi il mondo da ogni forma di pandemia.

Amen.