Dibattito. Studiare le discipline ecclesiastiche? (Anche) con l'aiuto dell'IA
Piattaforme tecnologiche, discipline ecclesiastiche e persino Intelligenza artificiale. Quello che sembra un mix impossibile da realizzare è invece quasi realtà. O meglio è una strada che gli atenei pontifici romani stanno studiando e analizzando. «Una scelta tutt’altro che bizzarra – sottolinea padre Alberto Carrara, decano della Facoltà di Filosofia del Pontificio ateneo Regina Apostolorum (Apra) – anche per le nostre università, che partecipano al sistema accademico complessivo». E proprio perché questa strada è già stata intrapresa, l’Università Regina Apostolorum ha promosso per l’intera giornata di oggi un convegno dal titolo «Innovazione didattica per una Chiesa in uscita», cioè, come recita il sottotitolo «uno spazio per progettare l’utilizzo della tecnologia nell’insegnamento delle discipline ecclesiastiche». Se ad ospitare l’evento è il Regina Apostolorum, tutte le università pontificie romane sono coinvolte, in una sinergia e una collaborazione che lo stesso papa Francesco ha auspicato qualche mese fa ricevendole in udienza.
Dopo il saluto del rettore dell’Apra padre José E. Oyarzun e un intervento introduttivo su «la didattica in Veritatis Gaudium», Costituzione apostolica su università e facoltà ecclesiastiche, firmata da papa Francesco l’8 dicembre 2017 e promulgata il 29 gennaio 2018, il primo momento del convegno sarà una sorta di fotografia del percorso già fatto su questa strada dell’innovazione tecnologica, accelerata anche dalla grave pandemia mondiale del Covid-19 e il blocco per alcuni mesi di qualsiasi attività in tutto il mondo. Diversi atenei già utilizzavano la tecnologia per gli insegnamenti, ma le lezioni da remoto durante la pandemia sono diventate l’unico modo per non fermare l’attività accademica. A parlare in questo primo momento di confronto saranno i rappresentanti di alcuni atenei pontifici.
Il secondo momento viene definito «dove siamo» e sarà una fotografia del presente, cioè del post emergenza pandemica e della ripresa della normale attività accademica senza tornare indietro nel campo della tecnologia. A portare il proprio contributo saranno diversi docenti dell’Apra che utilizzano la tecnologia nelle loro lezioni, confrontandosi e riflettendo insieme su come poter migliorare la propria offerta formativa anche con l’uso della tecnologia e dell’intelligenza artificiale che sta prendendo sempre più piede e su cui papa Francesco è intervenuto più volte sia nei messaggi per le Giornate della Pace e delle Comunicazioni sociali, sia partecipando a una sessione del G7 in Puglia.
La terza parte dell’evento vuole invece guardare al futuro con un duplice filone: il primo sull’insegnare domani tra innovazione e centralità della persona; il secondo confrontandosi con rappresentanti di piattaforme tecnologiche e didattiche su «possibili nuovi progetti». Sullo sfondo proprio il punto di equilibrio tra l’uso della tecnologia (che oggettivamente in diversi casi offre opportunità eccezionali e innovative) e la centralità dello studente, perché è proprio dal rapporto docente-discente che passa il vero rapporto educativo e la crescita di ogni individuo. Equilibrio non facile, che gli stessi gestori delle piattaforme pare abbiano iniziato a porsi come obiettivo da salvaguardare. Il convegno all’Apra di oggi cercherà di gettare qualche luce sul cammino che tecnologia, didattica e intelligenza artificiale sembrano destinate a percorrere assieme.
Il convegno sarà trasmesso in diretta tramite il canale Youtube del Regina Apostolorum.