Chiesa

Riflessione. La sofferenza, la morte e la speranza: così la Cei "rilegge" la pandemia

martedì 23 giugno 2020

Una Via Crucis per le strade di Napoli

«Sì, mi manca di poter celebrare ogni giorno la Messa con la gente. Ma sai cosa? Mi è mancato di più poter dire una parola di conforto a quei morenti e poter celebrare il funerale con i loro familiari». (G.F., cappellano)

«Avrei semplicemente voluto salutare mio padre nell’ultimo istante della sua vita. Avrei voluto almeno dirgli “grazie” o “perdonami” o “tranquillo, un giorno ci rivedremo”. E invece neanche questo». (S.F., avvocato)

«“Preghiera” è una parola grossa, quando sei a casa con tre bambini piccoli e una persona anziana da accudire. Diciamo che alle 7, mentre tutti ancora dormivano, vedevo la messa del Papa in tv e che la sera con mia madre dicevamo il rosario. Va bene così?». (C.L., casalinga)

Sono alcune delle testimonianze contenute in “È risorto il terzo giorno”, la traccia di riflessione elaborata dalla Commissione episcopale per la dottrina, l’annuncio e la catechesi della Cei per accompagnare le équipe diocesane, catechisti e quanti sono impegnati sul fronte dell’annuncio e dell’iniziazione cristiana.

Si tratta di una «rilettura biblico-spirituale dell’esperienza della pandemia», destinata a credenti e non credenti, che prende le mosse da un ascolto attento delle paure, dei bisogni e delle attese delle persone che, nel proprio contesto e con i propri strumenti, si sono trovate ad affrontare l’emergenza sanitaria da Covid-19.

QUI IL TESTO

Anche per queste il testo propone nelle sue prime pagine le voci di diverse persone (impiegata, studente, bambino, avvocato, cappellano, medico, casalinga tra gli altri) che «pongono interrogativi sulla sofferenza, sul disorientamento e sulla morte, ma testimoniano anche la capacità di resilienza, la creatività e la riscoperta della dimensione domestica della fede», spiega il comunicato ufficiale.

Nella traccia, la Commissione episcopale colloca gli eventi recenti sullo sfondo del Mistero pasquale di Gesù: dal Venerdì Santo alla Domenica di Risurrezione, attraverso il Sabato della deposizione nel sepolcro, evidenziando che «una lettura pasquale dell’esperienza della pandemia non può prospettare il semplice ritorno alla situazione di prima».

Per la Commissione, infatti, «la croce e il sepolcro possono diventare cattedre che insegnano a tutti a cambiare, a convertirsi, a prestare orecchio e cuore ai drammi causati dall’ingiustizia e dalla violenza, a trovare il coraggio di porre gesti divini nelle relazioni umane: pace, equità, mitezza, carità». Si rilancia l’invito di papa Francesco a raccogliere la sfida dell’audacia e della creatività nel «ripensare gli obiettivi, le strutture, lo stile e i metodi evangelizzatori delle proprie comunità».