L'incontro. Riccardi: occorre l'audacia della pace
L'intervento di apertura dell'incontro internazionale di Berlino
È stata una domenica di sole e caldo afoso a Berlino. Per questo nella piazza dove campeggia la Mercedes Benz Arena i bambini in costume da bagno si buttano allegri sulle numerose fontane d’acqua che spruzzano il loro getto dal lastricato. Dall’altro lato della strada un pezzo del Muro ricorda un passato di divisione del mondo che loro non hanno conosciuto. Vivono però in un tempo dove tanti loro coetanei sono vittime di guerre e tanti altri muri si alzano.
Nella stessa piazza si trova la Verti Music Hall dove domenica ha preso il via l’incontro “L’audacia della pace” nel quale la comunità di Sant’Egidio ha chiamato le religioni del mondo, politici e uomini di cultura all’impegno. Tra il leader religiosi e politici presenti a portare il focus sulla guerra in Ucraina è stato il presidente della Repubblica federale di Germania Frank Walter Steinmaier. «Non sono l'Ucraina o i Paesi che la sostengono a rifiutare la pace. È la Russia che rifiuta la pace», ha ribadito il capo dello Stato tedesco. «Putin ha la possibilità di ordinare al suo esercito di rientrare e porre fine a questa guerra. Se l'Ucraina smette di difendersi, sarà la fine dell'Ucraina. Ecco perché noi europei e anche noi tedeschi sosteniamo l'Ucraina, anche con le armi». Certo Steinmaier da cristiano praticante quale si è dichiarato spera che il conflitto cessi. «Quando si potrà osare l’audacia della pace, la decisione spetterà all'Ucraina», ha chiarito.
Il fondatore Andrea Riccardi non a caso nel discorso inaugurale ha ricordato come la caduta nel muro nel 1989, raro caso di rivoluzione incruenta, sia avvenuta per la «pressione pacifica della gente». Frase scandita due volte che ha suscitato l’applauso dei presenti. Se il Muro sbriciolato lo storico lo vede come il riscatto dalle ombre della guerra fredda, purtroppo la guerra «resuscita incubi e inferni della storia, oggi peggiori per la potenza di armi e tecnologie, ignote nel passato». Guerre che percorrono il mondo e si eternizzano con logiche spietate. «Sono come incendi: c’è chi li appicca irresponsabilmente, ma alla fine nessuno li controlla e si sviluppano di forza propria, talvolta bruciando aggressori e aggrediti, ma anche paesi terzi». Non per questo bisogna essere pessimisti. «Audacia della pace – ha concluso Riccardi - significa credere che c'è un'alternativa. Che si deve investire di più nel dialogo e nella diplomazia, nell'incontro per soluzioni giuste e pacifiche». Nella difficile situazione odierna è necessaria, «non basta più la prudenza, pur necessaria, non più il realismo o la lealtà, pur decisive: occorre l’audacia, che ci porta oltre il muro dell’impossibile di fronte a cui ci siamo arrestati».
La sede dell'incontro di Berlino - Dal sito della Comunità di Sant'Egidio
La cerimonia è stata scandita dalle musiche di un quartetto d’archi di giovani musiciste ucraine. Lo sguardo si è, poi, allargato a conflitti in altre zone del mondo, come il Medio Oriente, di cui ha parlato Ahmad al-Tayyib, Grande imam di al-Azhar, che con papa Francesco ha firmato la dichiarazione di Abu Dhabi. Ha tracciato una storia dei conflitti nell’area, a partire da quello da lui vissuto bambino nel 1956. Questa storia, ha detto, “sappiamo come è cominciata, ma non come andrà a finire”. In apertura del suo intervento l’imam ha rivolto un pensero commosso e solidale al Marocco devastato dal terremoto. E così il presidente della Guinea Bissau Umaro El Mokhtar Sissoco Embalò, che ha parlato dei conflitti e delle speranze dell’Africa. Sono poi intervenuti il rabbino di Lipsia, la presidente del Consiglio della Chiesa evangelica Annete Kursschus e Jerry Pillay, segretario del World Coucil of Churches, che ha ricordato l’importanza dell’educazione dei giovani. Infine il presidente della Conferenza episcopale tedesca Georg Bätzing ha ricordato che le religioni dovrebbero fare autocritica per gli estremismi che hanno spesso covato al loro interno. In questo, ha detto con un trasparente riferimento alla Chiesa ortodossa russa, «salta agli occhi anche ai giorni nostri che una Chiesa cristiana legittimi una guerra contro un Paese vicino. Questo è inaccettabile».