Prolusione. Bagnasco: «Priorità al lavoro»
L'Italia e gli italiani hanno bisogno di lavoro stabile. E i giovani "cervelli" non devono essere costretti ad emigrare. Ancora una volta il cardinale Angelo Bagnasco lancia dal "pulpito" del Consiglio permanente, apertosi a Roma, un appello per la ricerca di nuove strade onde favorire l’occupazione e combattere così la crescita della povertà e l’aumento della sfiducia nel domani, nonostante «le dichiarazioni rassicuranti» della politica. Ma il presidente della Cei nella sua prolusione (IL TESTO INTEGRALE) rivolge anche uno sguardo panoramico al vecchio continente, dopo la Brexit: «C’è bisogno di un di più di Europa», afferma. C’è bisogno cioè di sovvertire un modo di pensare basato sulla «paura degli altri», per riscoprire le radici cristiane che hanno dato linfa alla storia continentale. «Emarginare cristianesimo da politica non è intelligente». E sul fenomeno dell’immigrazione, dopo aver notato che «l’Italia è in prima linea» ma che è «ancora troppo sola», invita ad andare «oltre l’emergenza verso percorsi di integrazione per quanti – mostrando consapevolezza e impegno – desiderano rimanere». Mentre sul terrorismo nota: si alimenta di fanatismo, disagio sociale e vuoto spirituale».Le condizioni del Paese.«Vediamo aumentare la distanza fra ricchi e poveri – ricorda il cardinale –; lo stesso ceto medio è sempre più risucchiato dalla penuria di beni primari, il lavoro, la casa, gli alimenti, la possibilità di cura». E anche se «con speranza sentiamo le dichiarazioni rassicuranti e i provvedimenti allo studio – prosegue Bagnasco – le persone non possono attendere». Il porporato cita a questo proposito i dati ufficiali: diminuzione di nuovi contratti, mancata crescita del Pil e aumento della disoccupazione (specie quella giovanile). «Sul fronte occupazionale - chiede perciò – la gente si aspetta un impegno e una dedizione ancora più grandi e continue da parte della politica, come di ogni altro soggetto capace di creare e incentivare lavoro e occupazione», mentre la flessibilità «getta la persona in un clima fluido e inaffidabile». In questo contesto, aggiunge il presidente della Cei, «siamo fortemente preoccupati che il patrimonio di capacità e di ingegno del nostro popolo sia costretto a emigrare, impoverendo così il Paese». E d’altra parte, nota ancora, «moltissimi si domandano perché tanta enfasi e tanto impegno sia stato profuso per altri obiettivi per nulla urgenti. Insieme a molte persone di diverse estrazioni ribadiamo che la famiglia è la prima forma di società: non può essere paragonata ad alcuna altra forma forma di unione. Presentare tutto sullo stesso piano - come qualcuno intende - è un errore educativo grave». Infine sul prossimo referendum istituzionale, Bagnasco invita i cittadini a «informarsi personalmente, al fine di avere chiari tutti gli elementi di giudizio circa la posta in gioco e le sue durature conseguenze».