Chiesa

Prato. Il chitarrista punk e il carabiniere diventano preti: «Perché questa scelta»

Redazione Catholica sabato 8 giugno 2024

L'ex carabiniere Michele Di Stefano (a sinistra) e l'ex chitarrista punk Giulio Vannucci (a destra) sono stati ordinati preti dal vescovo di Prato, Giovanni Nerbini (al centro)

Barba e capelli lunghi, Giulio Vannucci ha l’aspetto da asceta. Ma anche da “musicista punk”. Una musica che ha segnato la sua vita e che continuerà a seguire anche da prete. Perché stamani l’ex chitarrista e tastierista di un gruppo folk punk della Toscana è diventato sacerdote nella Cattedrale di Prato. «Un periodo nel quale mi sono divertito tantissimo e che non rinnego», dice don Giulio.


Con lui, è stato ordinato prete dal vescovo di Prato, Giovanni Nerbini, un ex carabiniere: Michele Di Stefano. Due vocazioni cresciute all’interno della diocesi di Prato. «Il Signore non si è scelto manager o super uomini, ma persone semplici e sempre generose» è stato l’augurio che il vescovo Nerbini ha rivolto ai due sacerdoti.


Don Giulio, 38 anni, è nato a Pistoia, dove ha vissuto fino a otto anni fa, quando ha deciso di entrare a far parte della comunità dei Ricostruttori nella Preghiera di Prato, con sede a Villa del Palco. Prima di maturare la vocazione ha preso due lauree, in lettere e in scienze della formazione, e ha lavorato come insegnante ed educatore. Ma si è anche cimentato nel punk suonando la chitarra e la tastiera nella band “i Quanti”, molto attiva nella zona. Poi l’incontro con i Ricostruttori e con la figura di padre Guidalberto Bormolini. Don Giulio ha una folta capigliatura riccia e una lunga barba, tratto distintivo dei membri maschili dei Ricostruttori, comunità conosciuta a Prato per aver realizzato il progetto del borgo “Tutto è Vita”, un paese abbandonato nel Comune di Cantagallo, rinato dopo essere caduto nell’abbandono. «Negli ultimi tempi ho fatto il muratore e ho accolto le tante persone venute al borgo, una esperienza bellissima. Per me diventare sacerdote – afferma don Giulio – significa mettersi ancora di più a servizio, significa prendersi cura di tutto e di tutti». Tanti scout in Cattedrale. Perché il neo sacerdote è la guida spirituale dei gruppi Agesci di Prato.

L'ex chitarrista punk Giulio Vannucci (a sinistra) e l'ex carabiniere Michele Di Stefano (a destra) durante il rito di ordinazione sacerdotale a Prato - Diocesi di Prato


Don Michele, 39 anni, è siciliano di Gela. A 19 anni ha scelto di fare il carabiniere di leva ed è stato mandato a Bardonecchia, in alta Val di Susa. Qui ha incontrato don Mario Bonacchi che ha una casa dove accoglie tantissimi ragazzi per le ferie estive. Il canonico Bonacchi, come veniva chiamato, è stato all’origine di molte vocazioni nella Chiesa pratese. Arrivato a Prato nel 2009, due anni dopo la morte del sacerdote pratese, Michele è stato accolto dall’allora vescovo Gastone Simoni per frequentare il Seminario e studiare teologia a Firenze. Presente alla Messa di ordinazione anche una rappresentanza dei carabinieri di Prato, in nome della vecchia appartenenza del prete novello. «Quello di oggi non è un obiettivo raggiunto, ma l’inizio di un nuovo cammino, anche faticoso, ma ho la certezza di non essere solo e di avere l’aiuto di Dio – dice don Michele Di Stefano –. È mia intenzione stare vicino alla gente che soffre, che si sente sola».